Sarà
una giornata
particolare
con un pizzico
di follia
in più
e niente
altro.
***
All'altro
capo
del
telefono
un
vuoto
a
rendere.
***
Sarà
amore
quello
vero
quello
sincero
enon
ci sarà
altro se
non la morte
dopo.
***
Oltre il limite - personale della pittrice Ausilia Minasi in LiberaMente
Inaugurazione MOSTRA
SABATO 7 Ottobre 2017
ore 17
MOSTRA PERSONALE
della pittrice
AUSILIA MINASI
in
Libreria LiberaMente
Mese di OTTOBRE 2017
La mostra è visitabile durante gli orari di apertura della libreria
AUSILIA MONTAGNA MINASI
Noi siamo l’incarnazione locale di un Cosmo cresciuto fino all’autocoscienza. Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle.
(Carl Sagan)
Scegliere di percorrere le vie dell’astrattismo per alcuni artisti significa scandagliare nel profondo il DNA dell’emozione. Questo è il caso di Ausilia Montagna Minasi, artista e poetessa, che attraverso il colore e la struttura compositiva nelle sue opere libera la materia dalla costrizione del limite e nutre l’anima di forti emozioni. L’artista non ricerca forme che ricreino gli archetipi genotipici dell’esistenza per ritrovare serene e rassicuranti conferme ma composizioni che rivelino il nucleo emozionale di ciascuno di noi e che esplorino la vera essenza dell’essere, inteso come continue relazioni tra infinito e finito. L’emozione, sia essa positiva sia essa negativa, è lo strumento basilare per questa infinita corrispondenza tra i livelli di esistenza superiori e inferiori. Con le sue opere ci dimostra che possiamo “vivere” l’universo e rafforzare la connessione con le energie più profonde. Attraverso le emozioni possiamo ritrovare l’anelato senso di unità con il Creato ed il Cosmo e così l’uomo si riscatta dalla frustrante sensazione di infinita piccolezza ed insignificanza per divenire particella fondamentale del Tutto.
L'astrattismo, invero, utilizza un linguaggio visuale di forme, colori e linee indipendenti dalle referenze visuali della realtà, ovvero crea immagini che non appartengono, almeno apparentemente, alla nostra esperienza visiva… ma che, per quanto concerne il percorso artistico di Ausilia M.Minasi, hanno un potenziale comunicativo elevatissimo. L’immagine astratta, infatti, trasmette informazioni percettive che stimolano una reazione di tipo psicologico attraverso una risposta empatica ai colori, alle linee ed alle strutture compositive. Possiamo così definire il gesto creativo dell’artista come una traccia esistenziale a cui tutti partecipiamo e da cui tutti siamo inesorabilmente coinvolti emozionalmente. È l’empatia, quel sapere “sentire dentro”, quel saper vibrare all’unisono con se stessi, con gli altri, con l’universo intero. Nel mondo dell’arte astratta, infatti, l'empatia diviene una componente essenziale della nostra esperienza di fronte ad un'immagine. È una sorta di risonanza con l'opera d'arte anche quando non c'è nulla di concretamente materiale con cui immedesimarsi. Manca la figura ma l’impatto emozionale si potenzia.

Ausilia M.Minasi rafforza nelle sue opere la stimolazione empatica grazie ad un accentuato dinamismo che deriva in primo luogo da una pura esplosione di colore, una sorta di originale Big Bang che si libra nell’infinito della nostra anima. Soffermiamoci dunque sulla sua scelta cromatica e sulle modalità del suo utilizzo del colore. Si tratta di una cromia elegante ed fortemente espressiva, fatta di contrasti luministici e tonali. Colori freddi e caldi si alternano per dare vita al flusso del pensiero che naviga libero e veloce. Certo il colore è la percezione che avvertono i nostri occhi della luce riflessa dall’oggetto che stiamo osservando, ma è anche un potente mezzo per capire noi stessi. I nostri occhi sono in grado di percepire fino a 10 milioni di sfumature di colore e nel contempo la nostra anima ed il nostro spirito possono percepire altrettante sfumature di emozioni. Il colore ci nutre, ci fa esperire nella soggettività la realtà, ci sollecita in un percorso di crescita e conoscenza del sé e dell’altro. Per Ausilia M.Minasi scegliere un colore significa vivere un’emozione e farci vivere un’emozione, dare avvio ad un’avventura interiore.
Linee e colore creano uno spazio infinito e profondissimo, ma soprattutto colto nel suo espandersi. Le linee – elementari e primitive, senza alcunché di frivolo o lezioso, ma veloci e vivaci – generano l’immagine del movimento armonico e della vitale e deflagrante energia in cui si evidenziano isole di forme cognitive. Come se esistesse il motore immobile di Aristotele, le vibrazioni dell’essere si espandono da un ipotetico nucleo e sta alla coscienza di ciascuno penetrare tutto lo spazio e di conseguenza prendere consapevolezza della vitalità dell’intelligenza universale e della infinita prospettiva dell’essere dando significato al muoversi in sé e agli elementi colti in un attimo di immobilismo, presenti nell’opera. Quelle figure abbozzate da poche linee compendiarie sono la chiave di lettura, un input soggettivo valoriale. Potremmo definirle solo macchie di colore, ma in queste ciascuno di noi legge una verità, una interpretazione introspettiva.
Le opere di Ausilia Montagna Minasi dimostrano, dunque, che ciascuno di noi porta in sé il centro dell’universo. Nell’uomo, finito, vive l’eternità, poiché esso non è altro che un piccolo universo che risuona all’unisono con il Cosmo. È questo il messaggio forse più importante e positivo che raccogliamo dal suo mondo artistico. Emanuela Fortuna
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Ausilia Minasi |
Ausilia Montagna Minasi nasce in Sicilia a Cesarò, e dall'età di tre anni vive in brianza conservando vivido l'imprinting dell'isola natia. La poesia come espressione lirica della sua esistenza accompagna il dipingere con colori accesi vivide tele di stampo informale ed astratto. Sublima, nel fondare una compagnia teatrale amatoriale; il main stream dove fluiscono e si complementano le muse della pittura e della lirica, curando bozzetti scenografie policromatiche. Da queste esperienze pittoriche - multimediali nasce e si amplia il concetto di poesia vestita e la compagnia dell'origano selvatico si esibisce nei circuiti istituzionali ad allietare gli ospiti di numerose case di riposo per anziani ed infermi fino a rappresentare ripetute impegnative pièces teatrali all'ospedale Manzoni di Lecco.
Artista sensibile dallo spirito eclettico, impegnata in eventi musicali e coreografici trasferisce nelle sue opere il vissuto quotidiano e si adopera altresì ad offrire nelle scuole i suoi laboratori di poesia per instillare nei più piccoli la musicalità della parola e dare nutrimento poetico e linfa nuova alle generazioni future.
Alternando l'esecuzione di dipinti informali ed astratti a liriche e racconti che suscitano attento interesse e valida pubblicazione su riviste specializzate.
La sempre crescente produzione di quadri intimamente legati ai canoni pittorici dei maestri dell'astrattismo informale si esplica in composizioni poetico-pittorico e diviene complementare all'afflato artistico sostanziate da riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali.
Ha frequentato inoltre l'accademia artisti di Milano dove ha potuto affinare ed evolvere il percorso in divenire acquisendo maggiore coscienza dell'io donato e ponderata autostima del talento pittorico.
Ultimo ma non minore dal 2014 concepisce ed attua il libro unico e itinerante, offerto quale bene popolare collettivo dal titolo:” Poesia in viaggio-nutriamo il mondo con la poesia”. Il libro viaggiante è oggi custodito presso la biblioteca di Eupilio (Co) mentre il secondo volume di questo libro itinerante sarà donato alla cittadinanza in occasione dell'imminente personale che giunge a coronamento dell'intimo percorso pittorico, l'esposizione di quadri dell'autrice avverrà presso la casa museo di Giuseppe Parini nel comune di Bosisio (Lc) nel novembre 2017.
Prefazione
Conosco Ausilia Montagna Minasi sin dagli albori del suo debutto nelle arti, agli inizi del nuovo secolo.
Intellettualmente attenta e curiosa ha battuto le vie impervie della poesia intima dell'anima, sostanziata da molteplici incontri e manifestazioni culturali che l'hanno vista partecipe e protagonista a tutto titolo.
Il dato pittorico si affacciava imperioso e compulsivo coniugandosi ed integrandosi in eventi poetici alternati ad esibizioni di antiche e fascinose danze etniche in un poliedrico intreccio di muse differenti, ben tese a manifestare il forte temperamento artistico e l'ansia di esprimerlo.
Policromatici e modernisti i primi dipinti già annunciavano una possente aderenza all'arte astratta, alla sublimazione di colori narranti, animo inquieto e mente poetica.
Esigenti critici l'hanno accostata a Jackson Pollock e mi piace confermare questa fortissima impressione primaria non priva di un dolce filo armonico e metrico di poesia dipinta.
Imprescindibile concordanza e coesistenza di muse diverse dispensatrici di scintillanti cromatismi. L'impronta primigenia risale alla severa scuola del Maestro Vittorio Martinelli e l'evoluzione concettuale subisce una decisa accelerazione da esperienze di scuola d'artista ed il confronto con autori di varia tendenza in mostre aperte ed eventi multidisciplinari.
La produzione di questi ultimi due anni vira ed esalta un tratto sicuro ed il progetto ambizioso quanto vincente sull'uso di materiale eterogeneo, glitter, garze, cordoni alla Baj e stoffe, sino alla juta di Burri ed ai pannelli bianchi di cartongesso incorniciato e racchiuso in una gabbia policromatica assolutamente periferica e claustrofobica.
Di questa donna geniale, e generosa d'arte converrà seguire a breve, molto a breve, un'imprescindibile successo, fin qui auto denegato per innata pudicizia e ricercato senso di un basso profilo. G.G.V
N.B.
L'autore di questa prefazione è un appassionato cultore di arte moderna ed al momento il maggior collezionista delle opere di Ausilia M.M.
In ricordo di Carla Liliana Martini
A Lilly Martini
Oggiono, 10/05/2017
Cara Liliana. Come sta?
Sono Giovanni Corti, libraio in Oggiono
che si diletta a scrivere romanzi. Le invio il mio ultimo libro “Il re che
verrà” che è scaturito quasi automaticamente dopo aver letto “Catena di
salvezza”, aver conosciuto la vicenda degli espatri clandestini da Padova verso
la Svizzera durante l’ultimo conflitto mondiale e soprattutto per averla
conosciuta personalmente durante la nostra visita a Zanè con i ragazzi delle
scuole medie e qui a Oggiono, per il ritiro del premio “Marco D’Oggiono”.
Il personaggio di Luisa del libro si
ispira alla sua figura anche se tutta la vicenda è romanzata e frutto di
fantasia. Io non sono uno storico e non voglio arrogarmi competenze che
non mi competono. Semplicemente, nei
miei libri racconto storie che spesso si intrecciano con la Storia vera, ma
rimangono romanzi. Come dice il grande scrittore Andrea Camilleri, gli storici
dicono la verità, supportati dai documenti, ma quando i documenti finiscono o
non si trovano più, questa verità rimane “mozza”. In questo caso, il romanziere
può costruire, con la sua fantasia un finale che non è la verità, ma può essere
veritiero. E spesso ci azzecca.
Le auguro buona lettura e buona vita.
Un abbraccio forte forte.
Così
scrivevo a Liliana per informarla della pubblicazione del mio ultimo libro nel
quale raccontavo quell’attimo di vita che la vide protagonista a 17 anni, a
Padova, con tutta la famiglia, dopo l’8 settembre 1943, nell’assistenza e nel
salvataggio di tanti prigionieri anglo-americani ed ebrei. La via di fuga verso
la Svizzera passava da Oggiono, il mezzo un treno. Poi l’affidamento ai
partigiani, utilizzando i sentieri del contrabbando.
Nel
marzo del 1944 con la sorella Teresa fu arrestata e condotta nel lager di
Mauthausen. Sopravvisse.
Mi
aveva chiamato: «L’ho letto in tre
giorni. Mi ha emozionata.»
Io
mi sono schernito dicendo che molte cose le avevo inventate. «Però c’è tanta
verità» aveva aggiunto lei.
Ci
siamo dati l’appuntamento per il 4 di novembre, per la presentazione del libro a
Zanè, a casa sua. Non abbiamo fatto in tempo. Liliana ci ha lasciati qualche
giorno fa, il 25 di settembre. Adesso riposerà per sempre con i “giusti”.
«Oggi, a distanza di tempo, mi rendo
conto che quanto è accaduto in modo così osceno, inumano, spesso indicibile, ha
un senso: quello della memoria per il futuro, ricordare per i posteri,
fiduciosi che la memoria possa fungere da limite, affinché quanto avvenuto con
vergogna dell’umanità tutta non abbia a ripetersi». Carla Liliana Martini
Carla Liliana Martini, nata a Boara Polesine (Rovingo) nel 1926, undicesima di dodici fratelli, dopo l'8 settembre '43 si impegna con le sorelle maggiori Teresa Lidia e Renata nell'assistenza e salvataggio di soldati italiani e alleati allo sbando. Nel marzo del 1944 con la sorella teresa viene arrestata e condotta nel lager di Mauthausen, Linz, grein a.d. Donau. Entrambe ritornano a Padova nel giugno del 1945. Solo dopo molti anni Carla Liliana è riuscita a parlare di questi eventi e per la prima volta li ha raccontati nel libro "Catena di salvezza" ed. Messaggero Padova. Viveva a Zanè (Vicenza)
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