Due serate col GIALLO - AZZURRO MARCO e LA VERTIGINE DEL BARATRO
DUE SERATE COL
“GIALLO”
Cari amici, nel giro di pochi
giorni, io ed Enrico Rigamonti, scrittore annonese, avremo l’occasione di
presentare insieme i nostri ultimi libri. Rispettivamente: il romanzo
AZZURRO MARCO, ambientato a Oggiono e
LA VERTIGINE DEL
BARATRO,
ambientato in Francia.
Racconteremo gli intrighi, le
analogie, le contrapposizioni di due noir che stanno appassionando i lettori.
Questa sera saremo a Viganò e
giovedì prossimo ad Annone.
Invito tutti a
partecipare.
VIGANò (LC) VENERDI 27 NOVEMBRE ore 21 presso Palazzo Comune Vecchio, Piazza Don
Gaffuri
ANNONE BRIANZA
(LC) GIOVEDI 3 DICEMBRE ore 21 presso Carto-Edicola MONMAR (davanti
al Comune di Annone di B.za)
Dicembre 2015 - Mostra personale di Giuseppe Salomoni - Così immagino ...
Così immagino. OMAGGIO AL FIUME ADDA
L'artista cernuschese Giuseppe Salomoni da anni ritrae sulle sue tele i paesaggi che si snodano lungo il fiume Adda poiché essi testimoniano il suo profondo attaccamento a questa terra che gli diede i natali.
Gli escursionisti appassionati ed attenti ad osservare le zone che attraversano possono ritrovare in queste opere di Salomoni alcuni scorci caratteristici della verde Brianza: prati, anfratti dell'Adda e colline; sono capaci di rievocarne i chiaro-scuri, gli odori ed i suoni; sono in grado di tentare di individuarne la reale ubicazione. Sì, dico tentare perché il carattere informale delle sue opere fa intuire più che palesare.
Infatti, l'artista anziché eseguire una copia di ciò che attira la sua attenzione, riesce a coglierne e trasmetterne i tratti caratteristici attraverso l'uso del colore e la rielaborazione mnemonica.
Ciò consente al visitatore di trascendere l'ubicazione specifica e contestuale del soggetto ponendosi al di fuori del tempo e dello spazio: ciascuno può sentirsi libero di cogliervi qualcosa di personale, può evocare paesaggi simili, può lasciarsi catturare dall'atmosfera della tela, può far vibrare corde di sentimenti vicini o lontani legati a paesaggi affini.
Ma, anche per chi la natura la apprezza di più senza viverne gli eventuali disagi, le opere di Salomoni costituiscono un polo di attrazzione. Infatti si resta catturati dalla sapiente modulazione delle tonalità di verde; dall'armonia dell'effetto d'insieme; dalla plasticità delle forme che suggeriscono il senso di frescura offerto dagli alberi; dai giochi di luce che si rispecchiano sulle acque del fiume Adda; dall'atmosfera accogliente e serena, talvolta malinconica ma comunque invitante, che fa affiorare il desiderio di lasciarsi soggiogare da queste atmosfere ristoratrici.
In ogni caso, si resta ammirati davanti alle sciabolate di sole che irrompono prepotenti sulla tela fendendo il fogliame fitto e scuro per costringere lo sguardo verso un punto preciso da cui poi allargare la visuale e cogliere infinite suggestioni.
I giochi di trasparenze delle acque dell'Adda in cui si rispecchiano gli alberi e i cascinali elargiscono all'opera quel senso di movimento che invita a bearsi del refrigerio.
Il tratto deciso della spatola sulla tela e la pastosità dei colori ad olio sembrano dar vigore e intensità al paesaggio stesso; sembrano conferire alle opere quella "matericità", quello "spessore" che creano in chi li guarda il desiderio di carezzarne i contorni e di sentirne la consistenza proprio come si farebbe davanti ad un cespuglio rigoglioso e profumato. Talvolta sembra quasi che l'artista inviti ad entrare in un giardino senza tempo il cui compito è rallegrare lo spirito di chi guarda l'opera; è spronare alla contemplazione della bellezza; è distendere l'animo dagli affanni quotidiani.
La forza della pittura di Salomoni risiede proprio nelle sua capacità evocativa e nella sua intensità espressiva.
Maria Lupia
Sabato 28 novembre 2015 - presentazione libro IL POTERE DELLA SEMPLICITA di Jacopo Ciceri
Jacopo Ciceri |
Pubblico |
Jacopo Ciceri |
Presentazione 28/11 |
SABATO 28 Novembre 2015 ore 17
In libreria LiberaMente a Oggiono
Jacopo Ciceri
Presenta il suo libro
Il potere della semplicità (ed. YOUCANPRINT)
Il protagonista di questo romanzo è Xavier, un postino
appassionato di previsioni del tempo, fotografia, moto, poesia e molto altro,
che incontra personaggi interessanti che si rivelano, talvolta inaspettatamente,
dei grandi maestri di vita, come Arturo, il pittore di ombre, oppure la Signora
Rosa, con le sue metafore naturalistiche. Attraverso le sue vicende lavorative,
i suoi sogni e il suo incontro con l'Amore, vengono recapitati indizi per quella
che si rivelerà la più importante caccia al tesoro sia del lettore che del
protagonista: quella per la ricerca della felicità. Questo romanzo è definito
"olistico" dall'autore in quanto la sua finalità principale è aiutare
a sentirsi più in relazione con parti di sé dimenticate o non ascoltate,
riscoprendo così la propria totalità.
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Copertina libro |
La violenza psicologica nella coppia - Presentazione libro con Monica Bonsangue - Giovedì 26 novembre 2015
Presentazione 26/11 |
Ausilia Minasi recita una sua poesia. A destra l'autrice Monica Bonsangue |
GIOVEDI 26 Novembre 2015 ore 21
In libreria LiberaMente a Oggiono
Monica Bonsangue – Psicologa e Psicoterapeuta
Presenta il suo libro
La violenza psicologica nella coppia (ed. INVICTUS)
Cosa c'è prima di un femminicidio?
Cos'è un maltrattamento? Quando possiamo dire di trovarci di
fronte ad una relazione maltrattante?
Come riconoscere un abuso psicologico? Quali conseguenze fisiche e psicologiche può generare una relazione di questo tipo? Quali ruoli hanno aguzzino e vittima, in questi casi? E' vero che la vittima potrebbe andarsene, ma non vuole? Quali sono i pregiudizi che ancora oggi avvolgono questo fenomeno, che nei suoi risvolti più tragici si manifesta con il femminicidio? Queste sono alcune delle domande a cui intendo rispondere in questo testo, nel quale viene portato un contributo per comprendere meglio il problema della violenza psicologica nella coppia. La violenza psicologica è sottovalutata non solo a livello giuridico, ma anche sociale e psicologico. Di violenza psicologica ci si ammala, e si muore.
Sembrerebbe una magia, quella di riuscire a distruggere una persona senza nemmeno toccarla.
La violenza psicologica funziona così. Agisce attraverso la comunicazione. Ma non la comunicazione sana, bensì una comunicazione perversa, il cui scopo è la sottomissione mentale dell'Altro. Il testo vuole portare un contributo esplicativo a tutte le figure professionali (ma anche il lettore interessato) che intendono approfondire cosa sia una relazione di maltrattamento psicologico (spesso confusa con una semplice relazione conflittuale), quali siano le dinamiche comunicative e psicologiche (legate alla manipolazione, alla suggestione ed al plagio) che possono concorrere a "incastrare" la vittima in una relazione maltrattante, quali tipologie di uomini sono più predisposti a sviluppare maltrattamento. La seconda parte del libro è infatti interamente dedicata alla presentazione di quattro profili comportamentali di maltrattanti psicologici.
Come riconoscere un abuso psicologico? Quali conseguenze fisiche e psicologiche può generare una relazione di questo tipo? Quali ruoli hanno aguzzino e vittima, in questi casi? E' vero che la vittima potrebbe andarsene, ma non vuole? Quali sono i pregiudizi che ancora oggi avvolgono questo fenomeno, che nei suoi risvolti più tragici si manifesta con il femminicidio? Queste sono alcune delle domande a cui intendo rispondere in questo testo, nel quale viene portato un contributo per comprendere meglio il problema della violenza psicologica nella coppia. La violenza psicologica è sottovalutata non solo a livello giuridico, ma anche sociale e psicologico. Di violenza psicologica ci si ammala, e si muore.
Sembrerebbe una magia, quella di riuscire a distruggere una persona senza nemmeno toccarla.
La violenza psicologica funziona così. Agisce attraverso la comunicazione. Ma non la comunicazione sana, bensì una comunicazione perversa, il cui scopo è la sottomissione mentale dell'Altro. Il testo vuole portare un contributo esplicativo a tutte le figure professionali (ma anche il lettore interessato) che intendono approfondire cosa sia una relazione di maltrattamento psicologico (spesso confusa con una semplice relazione conflittuale), quali siano le dinamiche comunicative e psicologiche (legate alla manipolazione, alla suggestione ed al plagio) che possono concorrere a "incastrare" la vittima in una relazione maltrattante, quali tipologie di uomini sono più predisposti a sviluppare maltrattamento. La seconda parte del libro è infatti interamente dedicata alla presentazione di quattro profili comportamentali di maltrattanti psicologici.
Monica Bonsangue |
Monica Bonsangue è psicologa e
psicoterapeuta, formatrice internazionale, specialista in Terapia Breve
Strategica, Psicoterapia Evolutiva e terapeuta EMDR. Conduce la sua attività di
psicoterapeuta ad Oggiono (LC). Collabora con il prof. Giulio Cesare Giacobbe
nello sviluppo e nella diffusione del modello della Psicoterapia Evolutiva.
Conduce ricerche nell'ambito del maltrattamento nella coppia e si occupa di interventi formativi sul tema sia in Italia che all'estero. E' membro del comitato scientifico e formatore di Multiforma (BO). Collabora con enti pubblici e privati in ambito di formazione, interventi specialistici e di ricerca. Ha partecipato alla stesura del "Dizionario Internazionale di Psicoterapia", edito da Garzanti.
Ha pubblicato "Fuori dal panico" guida self help per la gestione degli attacchi di panico. Partecipa attivamente a congressi e convegni internazionali e mondiali in qualità di relatore e conduttore di workshop.
Conduce ricerche nell'ambito del maltrattamento nella coppia e si occupa di interventi formativi sul tema sia in Italia che all'estero. E' membro del comitato scientifico e formatore di Multiforma (BO). Collabora con enti pubblici e privati in ambito di formazione, interventi specialistici e di ricerca. Ha partecipato alla stesura del "Dizionario Internazionale di Psicoterapia", edito da Garzanti.
Ha pubblicato "Fuori dal panico" guida self help per la gestione degli attacchi di panico. Partecipa attivamente a congressi e convegni internazionali e mondiali in qualità di relatore e conduttore di workshop.
4 Novembre
Vetrina di LiberaMente 4/11/2015 |
Particolare vetrina con cimeli Prima Guerra Mondiale |
Blu coraggio
Rosso
sangue
Lacrime asciutte
solcheranno il viso
singulti silenti
grideranno il dolore e,
verità darà pace al
cuore...
L'innocenza sarà
bandiera
a gloria del vero
e,
il
sacrificio
legato
indissolubilmente
all'altruismo e, il
mio sangue...
Il mio sangue
versato
sarà come acqua,
che scorre limpida
da una sorgente,
per irrigare la
buia arsura
di menti e
cuori,
affinchè pace e
fratellanza
si prendano per
mano...
Odio e
ineguaglianze cesseranno
come la guerra,
avrà morte...
Corri Salvo
corri!
Il tuo dolore ci
salverà la vita
e resterà memoria e
monito di speranza...
Gli schioppi del
plotone echeggiarono nell'aria
come il tuo grido
al fulgido amor patrio,
assordò le
coscienze
e, non fu silenzio
ma,
clamore e
gloria...
"CAAARICATE!"
"W L'ITALIA
W LA NOSTRA BANDIERA"
Poesia di Ausilia MINASI
Sabato 7 novembre 2015 - Cristian Borghetti presenta LE CABINET MASSON
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Presentazione in LiberaMente |
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Cristian Borghetti |
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Cristian Borghetti |
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Paolo D'Anna e Cristian Borghetti in LiberaMente |
SABATO 7 NOVEMBRE 2015
ORE 17
Presso la Libreria LiberaMente di Oggiono
CRISTIAN BORGHETTI
presenta il suo nuovo romanzo
LE CABINET MASSON Streetlib ed.
Il libraio di LiberaMente e PAOLO D'ANNA conversano con il Pubblico e l'AutoreDal dipinto "AFTER THE INK" dell'americano Dorian Cleavenger, nasce l'idea del romanzo Le cabinet Masson, il nuovo romanzo dello scrittore Cristian Borghetti.
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After the ink - D. Cleavenger |
Bastien Delacroix, il protagonista è un tipo ambizioso e senza scrupoli. Insegue il suo sogno di divenire l'artista tatuatore più noto e influente non solo della scena parigina ma del mondo intero.
L'incontro con la più famosa modella della Ville Lumière, Iman Lefebvre, sembra il trampolino di lancio tanto atteso.
Da questo momento inizierà invece la caduta. Coinvolto suo malgrado nell'omicidio della donna, il protagonista si troverà a fare i conti con un passato che ritorna, si vendica, riportando a galla il ricordo di scelte e di azioni, spesso sconsiderate, fatte solo in nome del successo e dell'ambizione personale.
Un romanzo noir, aria da feuilleton, tanto caro all'Autore, che sembra si sia definitivamente liberato da quella scrittura aulica e nera dei primi lavori e ha finalmente raggiunto quella semplicità di scrittura che i lettori amano e permette a mio modo di vedere di dire quanto sono bravi gli scrittori che ci riescono.
Riconosco un grande miglioramento stilistico in Borghetti. Bravo! E tante pagine ancora.
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Cristian Borghetti |
"La prima opera è stata Ora di vetro che poi ha dato il via a tutto il seguito: La mano sinistra del diavolo e Gideon il pellicano di Londra, con ciascuno dei quali ho partecipato all’Horror Polidori e che sono stati pubblicati nelle antologie del premio. Poi ho scritto un racconto che uscirà in un progetto horror a breve; altri racconti brevi per altre raccolte e il romanzo che sarà pubblicato tra poco, ambientato nella belle époque (LE CABINET MASSON nda)". C. Borghetti
Martedì 3 novembre 2015 - Toni Capuozzo presenta il libro IL SEGRETO DEI MARO'
MARTEDI 3 NOVEMBRE
ORE 21
Presso la Sala Consiliare del Comune di OGGIONO
TONI CAPUOZZO
presenta il suo ultimo libro
IL SEGRETO DEI MARO' ed. Mursia
INGRESSO LIBERO
Comincia così il "caso marò", una vicenda che è diventata un limbo giudiziario fatto di inchieste approssimative, estenuanti dibattiti sulla giurisdizione e sull'immunità funzionale, rinvii e nulla di fatto.
Toni Capuozzo ricostruisce gli eventi, a cominciare dalla legge che consentì l'impiego di militari a bordo di navi mercantili. Spiega il groviglio giuridico che ha intrappolato due Paesi amici, l'Italia e l'India, e il peso degli interessi economici e politici che hanno condizionato la vicenda, gli errori di tre Governi e cinque Ministri degli esteri italiani. Ma soprattutto ricostruisce l'incidente del 15 febbraio facendo emergere tutte le contraddizioni e le lacune dell'inchiesta indiana e avanzando un'ipotesi di innocenza dei due militari, mai fatta proprio dalla diplomazia italiana. Latorre e Girone hanno sempre detto "Siamo innocenti". Ma nessuno finora gli ha creduto. Perché?
TONI CAPUOZZO è nato in Friuli da padre napoletano e madre triestina, laureatosi in Sociologia a Trento, è giornalista dal 1979. Ha seguito per la carta stampata (Lotta Continua, Epoca , Panorama) e per la televisione (Studio Aperto, TG4, TG5), i conflitti in America Latina, Africa Medio Orientale, Balcani e Asia. Dal 2001 cura e conduce il settimanale Terra!
Tra le sue pubblicazioni Il giorno dopo la guerra (1996), occhiaie di riguardo (2007), Adiòs (2007) e Le guerre spiegate ai ragazzi (2012). Nel 2009 ha messo in scena con Mauro Corona e Luigi Maieron, Tre uomini di parola, uno spettacolo i cui proventi hanno finanziato la costruzione di una casa-alloggio per il centro grandi ustionati di Herat (Afghanistan)
FERON DE UGION - dal 21 al 26 ottobre 2015
UL FERON DE UGION 2015
Anche quest’anno l’Associazione UMB (Università del Monte di brianza) ha voluto fare un regalo all’amica
associazione PROLOCO di Oggiono e soprattutto alla nostra Oggiono.
Non siamo nostalgici del passato. Ognuno vive il proprio presente, bello o
brutto che sia, con i mezzi e la tecnologia che ogni tempo storico propone.
Curiosi lo siamo, questo è sicuro, e lo ritengo un vanto anche perché la
curiosità nostra non è rivolta ai vicini, non è il pettegolezzo, oggi si
direbbe gossip, semmai ai lontani in senso temporale. E che bello è quando si
recuperano storie che sembravano dimenticate. È un po’ come riconoscere
qualcosa che avevamo dentro e non
sapevamo perché. Questo è lo spirito
che ci anima.
“UNA FOTO NON
SCATTATA, E’ UN RICORDO CHE NON C’ E’!”
Questa pubblicità Kodak
ebbe la geniale illuminazione di sintetizzare in una minuta frase una realtà
che, attraverso fotogrammi, continua a testimoniare e ad emozionare.
Infatti, credendo
proprio nella capacità di trasmettere suggestioni, si desidera proporre la
mostra OGGIONO IN BIANCO, NERO, POCO
COLORE.
Le foto scandagliano, analizzano, immortalano,
rendono partecipi di un viaggio antico, tra passato e presente.
Esaltano bellezze
paesaggistiche e naturali, le architetture dei paesi, illuminano di nuova viva
vita gli antichi mestieri ed onorano quei volti, ritratti , così vissuti, così
intensi nei quali abbandonarsi per ritrovare le proprie radici.
Con grande difficoltà
abbiamo racimolato materiale fotografico, volti, case, muri che non ci sono
più, fabbriche, momenti di passaggio. Tappe concatenate di vita che nel giro di
un secolo hanno trasformato la nostra società intera, non solo quella del
nostro paese. Intendo dire quel passaggio dalla vita contadina a quella
industriale fino a lambire il nostro tempo.
Il palcoscenico di
queste tappe di viaggio visive è l’area di un capannone, quello dei F.lli
DONADEO, ancora una volta protagonista di nuovi modi di proporre ed usufruire
dell’arte, nelle sue forme più variegate. Nel susseguirsi delle immagini del
nostro un po’ dimenticato paese, è normale riscoprirsi condizionati da un nuovo
modo di vivere esperienze individuali che entrano in gioco e danno origine a
nuovi sentimenti.
E’ proprio suscitando
reazioni emotive, stimolando associazioni, richiamando l’attenzione, che le
immagini si rivelano nel loro più alto potenziale elemento di comunicazione: la
memoria che viaggia nel tempo, si ferma, si mette in posa, si mostra, ci
emoziona.
In posa ci sono i
nostri bisnonni, i nostri nonni, ci siamo noi bambini. C’è il senso del tempo
che ha un colore bianco, nero, poco colore.
Questo è il messaggio
che l’associazione UNIVERSITA’ DEL MONTE DI BRIANZA con il GRUPPO FOTOGRAFICO RICERCA E PROPOSTA in collaborazione con la
PRO LOCO e la tessitura FRATELLI DONADEO, desiderano inviare a tutti coloro che
visiteranno questa mostra dove il tempo passato si ricongiunge al presente e
continua ad affascinarci.
Ecco come UNA FOTO;
TANTE FOTO SCATTATE SONO TANTI RICORDI,
CHE CI SONO!!
Plastico di Oggiono (1962-1965) |
Particolare - Plastico storico di Oggiono |
Una chicca.
Al centro
della mostra si potrà ammirare il plastico di Oggiono, costruito in cartoncino
e cartapesta cinquant’anni fa dagli scolari del maestro GINO MARUCCI. Io ero
uno di quei ragazzini. Un’occasione per vedere un lavoro che si può definire
opera d’arte, se consideriamo l’età di quei costruttori, bambini di sette anni
che iniziarono il plastico in seconda elementare e lo terminarono in quinta. È
la fotografia della nostra cittadina cinquant’anni fa. Quanti cambiamenti e
quanti ricordi.
Vi aspettiamo DOMENICA
25 ottobre per l’inaugurazione della Fiera di S. Andrea, il FERON di Oggiono
alle ore 10 presso il piazzale espositivo di Viale Vittoria e poi
all’inaugurazione della mostra fotografica.
In occasione della
Mostra, il Sig. Franco Donadeo gentilmente accompagnerà i visitatori a
conoscere la fabbrica e lo spaccio interno.
PROGRAMMA Associazione culturale
UNIVERSITA’ DEL MONTE DI BRIANZA.
MERCOLEDI’21 ottobre
Presso B.C.C.
Proiezione Film TE LA DO ME LA
MERICA
Presentazione della mostra fotografica
OGGIONO IN BIANCO,
NERO, POCO COLORE
DOMENICA 25 ottobre
Ore10,30-18
Presso ditta Fratelli DONADEO Via LEOPARDI
MOSTRA FOTOGRAFICA CON VISITA ALLA FABBRICA E ALLO
SPACCIO
LUNEDI’ 26 ottobre
Ore10-18
Presso ditta Fratelli DONADEO Via
LEOPARDI
MOSTRA FOTOGRAFICA CON VISITA ALLO SPACCIO
Domenica 18 ottobre 2015 - LE BELLE CECE - Andrea Vitali dialoga con Giandomenico Corti, in Villa Sironi a Oggiono
Un bel pomeriggio autunnale ha accolto lo scrittore ANDREA VITALI per la presentazione dell'ultimo libro LE BELLE CECE (Garzanti) a Oggiono.
Nell'ambito dell'iniziativa VILLE APERTE, l'Amministrazione Comunale Oggionese ha aperto le porte di Villa SIRONI, recentemente restaurata e che in poco tempo si sta proponendo alla cittadinanza come polo logistico per molte iniziative culturali. Proprio in una delle sale, quella del camino, di questo luogo prestigioso, è avvenuto l'incontro con l'autore bellanese.
Un pubblico numeroso ha affollato la sala del camino, desideroso di conoscere da vicino Andrea Vitali, uno dei più grandi scrittori di questi ultimi decenni.
Un autore premiato dalla critica e soprattutto dai lettori. Vince il MontBlanc nel '90, il premio letterario Piero Chiara nel '96, il premio Grinzane Cavour nel 2004, il prestigioso Bancarella nel 2006, il premio Hemingway nel 2008, il premio Procida e il Campiello giuria dei letterati nel 2009 e nello stesso anno anche finalista del premio Strega.
Ha dialogato con Adrea Vitali, Giandomenico Corti, libraio di LiberaMente in Oggiono.
Il pomeriggio è stato divertente perché entrambi, con simpatia, verve umoristica e un pizzico di ironia, sono riusciti a dare un'impronta famigliare alla discussione, a cui ha partecipato con calore lo stesso pubblico.
Non c'erano dubbi. Dietro ogni suo libro c'è una storia paesana, un aneddoto che è rimasto nascosto nei ricordi. Andrea Vitali ha in sè la bravura di raccogliere queste confidenze e altrettanta bravura nel trasmetterle, tramutarle in libri. Una sorta di moderno cantastorie. Bisogna riconoscerlo che Vitali le storie le sa scrivere bene ma essendo un grande affabulatore, le sa anche raccontare.
Insomma un pomeriggio piacevole. Del libro LE BELLE CECE non si è parlato molto, d'altronde, conosciamo la prolificità di Vitali. Giovedì è in uscita il libro nuovo "La verità della suora storta". Lunga vita.
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Vitali e Corti |
Mercoledì 21 ottobre 2015 - Te la do me la Merica / Università della terza età LECCO
Mercoledì 21 ottobre alle ore 14:30 si è svolta una "lezione" speciale all'Università della terza età di Lecco. Per aula è stata utilizzata la prestigiosa Sala Ticozzi gremita di studenti.
Docenti relatori: il Presidente dell'Associazione culturale Università del Monte di Brianza, Corti Giovanni e Paola Panzeri, accompagnati dal coro La Campagnola, diretto dal maestro V. Sala.
E' stata quella di mercoledì pomeriggio un'occasione per presentare il film-cortometraggio TE LA DO ME LA MERICA del regista moltenese Mattia Conti, calando gli spettatori-studenti in un periodo storico a cavallo fra l'unità d'Italia e la Prima guerra mondiale che coincise con la chiusura di quasi tutti gli opifici che trattavano la lavorazione della seta nel lecchese. Il film riporta infatti una tragedia avvenuta proprio in una filanda di Oggiono nel 1898.
NASCITA DELL'INDUSTRIA SERICA NEL LECCHESE
Le ragioni della precocità della nascita e dello sviluppo dell'industria serica nel lecchese sono da ravvisarsi, in primo luogo, nelle caratteristiche naturali e geografiche (ricchezza di acque e boschi) sulle quali il Lecchese poteva contare rispetto al resto della Lombardia e, in secondo luogo, nella veloce trasformazione dei patti agrari che, liberando l'agricoltura dai ceppi feudali, ruppe i vincoli che proteggevano il contadino da un eccessivo sfruttamento. Infatti, poiché l'acqua, oltre a costituire un'importante fonte energetica, era indispensabile all'operazione della trattura, i primi opifici serici del Lecchese sorsero lungo i fiumi, sulle rive del lago e a ridosso dei torrenti, modificandone i corsi a seconda delle necessità. I fiumi e i torrenti vennero infatti incanalati in apposite "fiumicelle", deviate e regolate da chiuse e paratie in parte sopravvissute e riutilizzate ancora oggi.
Per quanto riguarda poi la trasfornazione dei patti agrari, iniziata nella prima metà del '700, è importante notare come, da un lato, si venne a creare la figura di un contadino impoverito e semiproletarizzato, e, dall'altro, si sviluppò il processo di accumulazione del capitale, investito dai proprietari terrieri proprio nell'industria serica. Con il passaggio dalla mezzadria al fitto a grano i contadini del Lecchese, a poco a poco privati dei fondi comuni, delle acque dei torrenti e anche della possibilità di sfruttare i boschi, cominciarono ad integrare gli scarsi proventi dell'agricoltura con il lavoro domestico. Ma in seguito all'estensione del regime di fabbrica anche a quei settori che ne erano rimasti esclusi, quali la trattura e l'incannatura, il lavoro domestico venne definitivamente abbandonato intorno alla metà del XIX secolo.
Lo sviluppo del setificiofu sì legato alla generale rivoluzione di quell'industria in tutta la Lombardia tra il 1815 e il 1848, ma nel territorio di Lecco la produzione serica nacque e si sviluppò secondo un modello evolutivo del tutto particolare rispetto a quello delle altre regioni lombarde. Infatti in questa zona il passaggio dal lavoro domestico a quello industriale non solo avvenne con una certa precocità rispetto al resto della regione, ma la produzione serica fu quasi sempre più alta che negli altri distretti della Lombardia.
La famiglia contadina, una volta entrata nel processo produttivo, venne totalmente disgregata: mentre gli uomini continuarono ad occuparsi del lavoro dei campi, per circa un secolo furono le donne, e soprattutto le bambine, a costituire il nucleo della classe operaia impiegata nell'industria serica.
Docenti relatori: il Presidente dell'Associazione culturale Università del Monte di Brianza, Corti Giovanni e Paola Panzeri, accompagnati dal coro La Campagnola, diretto dal maestro V. Sala.
E' stata quella di mercoledì pomeriggio un'occasione per presentare il film-cortometraggio TE LA DO ME LA MERICA del regista moltenese Mattia Conti, calando gli spettatori-studenti in un periodo storico a cavallo fra l'unità d'Italia e la Prima guerra mondiale che coincise con la chiusura di quasi tutti gli opifici che trattavano la lavorazione della seta nel lecchese. Il film riporta infatti una tragedia avvenuta proprio in una filanda di Oggiono nel 1898.
NASCITA DELL'INDUSTRIA SERICA NEL LECCHESE
Le ragioni della precocità della nascita e dello sviluppo dell'industria serica nel lecchese sono da ravvisarsi, in primo luogo, nelle caratteristiche naturali e geografiche (ricchezza di acque e boschi) sulle quali il Lecchese poteva contare rispetto al resto della Lombardia e, in secondo luogo, nella veloce trasformazione dei patti agrari che, liberando l'agricoltura dai ceppi feudali, ruppe i vincoli che proteggevano il contadino da un eccessivo sfruttamento. Infatti, poiché l'acqua, oltre a costituire un'importante fonte energetica, era indispensabile all'operazione della trattura, i primi opifici serici del Lecchese sorsero lungo i fiumi, sulle rive del lago e a ridosso dei torrenti, modificandone i corsi a seconda delle necessità. I fiumi e i torrenti vennero infatti incanalati in apposite "fiumicelle", deviate e regolate da chiuse e paratie in parte sopravvissute e riutilizzate ancora oggi.
Per quanto riguarda poi la trasfornazione dei patti agrari, iniziata nella prima metà del '700, è importante notare come, da un lato, si venne a creare la figura di un contadino impoverito e semiproletarizzato, e, dall'altro, si sviluppò il processo di accumulazione del capitale, investito dai proprietari terrieri proprio nell'industria serica. Con il passaggio dalla mezzadria al fitto a grano i contadini del Lecchese, a poco a poco privati dei fondi comuni, delle acque dei torrenti e anche della possibilità di sfruttare i boschi, cominciarono ad integrare gli scarsi proventi dell'agricoltura con il lavoro domestico. Ma in seguito all'estensione del regime di fabbrica anche a quei settori che ne erano rimasti esclusi, quali la trattura e l'incannatura, il lavoro domestico venne definitivamente abbandonato intorno alla metà del XIX secolo.
Lo sviluppo del setificiofu sì legato alla generale rivoluzione di quell'industria in tutta la Lombardia tra il 1815 e il 1848, ma nel territorio di Lecco la produzione serica nacque e si sviluppò secondo un modello evolutivo del tutto particolare rispetto a quello delle altre regioni lombarde. Infatti in questa zona il passaggio dal lavoro domestico a quello industriale non solo avvenne con una certa precocità rispetto al resto della regione, ma la produzione serica fu quasi sempre più alta che negli altri distretti della Lombardia.
La famiglia contadina, una volta entrata nel processo produttivo, venne totalmente disgregata: mentre gli uomini continuarono ad occuparsi del lavoro dei campi, per circa un secolo furono le donne, e soprattutto le bambine, a costituire il nucleo della classe operaia impiegata nell'industria serica.
Martedì 13 ottobre 2015 - SERATA ASTROLOGIA
Sarà una serata per una conoscenza introduttiva dell'Astrologia, in compagnia dell'esperto astrologo Antonio Montanelli.
MARTEDI 13 OTTOBRE 2015
ORE 20,45
in Libreria LiberaMente
INGRESSO LIBERO
SABATO 3 OTTOBRE 2015 - Umberto CORO presenta IL RAGAZZO DELL'EST
Dopo essere stato presentato al “Salone internazionale del libro di Torino”, “Il Ragazzo dell’Est” di Umberto Coro approda a Oggiono.
“Il Ragazzo dell’Est” è un racconto che si snoda con le caratteristiche di un diario in cui il protagonista parla in prima persona, colloquiando con i suoi lettori, ai quali spesso si rivolge, interrompendo la narrazione, per coinvolgerli nelle vicende da lui vissute che vorrebbe fossero fatte proprie, comprese, condivise.
L’autore, uomo positivo che nella vita è riuscito a superare, con tenacia e determinazione, momenti dolorosi e drammatici, guiderà la sua “creatura” a riemergere alla luce.
La crescita della persona non può prescindere da una concezione globale dell’uomo, mente e corpo, emozioni e pensieri, ma non può neppure trascurare la relazione del singolo all’interno della comunità. La vita e la crescita dell’individuo maturano all’interno di una rete, costituita innanzitutto dalla famiglia, che continua a essere il luogo della socializzazione primaria, centro nevralgico per un’educazione morale, sociale e culturale. Il nucleo familiare a sua volta s’ incontra con la società civile; la trasmissione di norme e valori, di diritti e doveri, lo sviluppo di un senso di appartenenza e di legalità a cui la società si propone di educare devono trovarsi al centro di un progetto condiviso e unitario. Dare forma al processo di crescita personale e sociale dell’uomo è, dunque, una priorità che può avvalersi dell’arte come prezioso strumento per contribuire a una formazione integrale. Le arti, infatti, mediante la molteplicità di linguaggi, consentono di comunicare in modo efficace valori e idee e permettono a ciascuno di sperimentare soluzioni innovative e di conoscere a fondo se stessi. Il percorso pedagogico che sta alla base dell’attività artistica, inoltre, non trascura la necessità di vivere il proprio tempo e i cambiamenti sociali, rafforzando contemporaneamente il legame con la tradizione e il territorio e fra diversi luoghi. IncontrArti a ... si propone come luogo di scambio di emozioni fra persone di diverse parti d’Italia e locali, ogn’uno con il proprio stile, la propria creatività e il proprio linguaggio che pur nella diversità della forma espressiva diventa voce universale perché a parlare sono le arti coniugando esperienze umane e possibili ritorni economici. 1. Inaugurazione mostre e presentazione libri Umberto Coro Personale di Umberto Coro Oltre la Finestra È un attestato sull’arteterapia e insieme una testimonianza di vita con sicuro valore sociale dove l’autore, tramite la pittura, la scrittura e la recitazione ritrova l’equilibrio tra corpo e mente. Sono circa 40 dipinti, tutti realizzati su carta riciclata con tecnica mista.
Pietretti Antonino
UMBERTO CORO
Ciao, mi chiamo Umberto Coro e sono nato nel 1957. I miei ricordi cominciano a prendere vita nel periodo scolastico: dal 1963 in poi, nel mio paese natio Ozieri; una cittadina al centro nord della Sardegna. I miei genitori dicevano che ero un bambino tutt’altro che svogliato, le uniche cose che mi pesavano erano,la scuola, il sussidiario e la maestra, che conoscendo mia nonna, questa le riferiva tutto ciò che combinavo durante le ore di lezione. La mia nonna paterna si chiamava Maria, era piccola di statura e un po’ rotonda e col sorriso tatuato nel viso. Si può dire che io abitassi più da lei che in casa dei miei genitori.
Lei abitava in una casa piccola di periferia, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, dove all’epoca, passavano ancora gli ultimi treni a vapore, e nelle vicinanze vi erano tante Querce secolari, una tra queste, la più grande: era la mia preferita, la consideravo come se fosse la mia seconda casa e quando rientravo da nonna Maria riepilogavo tutto ciò che avevo fatto sul mio albero preferito.
Nelle lunghe sere d’inverno, seduti intorno al braciere: lei mi raccontava tante fiabe, molto spesso facendosi albero parlante, antico testimone delle vicende di guerra e dopo guerra, e grazie alle suggestioni di questi racconti fantastici, a volte seguiti da storie vere, da lei vissute.
Mi parlava di baroni, Conti e ricche signore del paese, della povertà e della ripresa con fatica del dopo guerra “ a volte “ mi diceva “ si trova più ricchezza nella gente povera” e non aveva tutti i torti. Il suo sorriso era speciale, soprattutto quando nel raccontare fiabe ci metteva del suo.
Questo m’invogliò a scrivere i miei primi versi. C’era tanta fantasia, sia nelle mie poesie che nei brevi racconti, che parlavano di boschi tinti di colori d’autunno, di gnomi, fate che abitavano nella mia grande Quercia.
Avevo circa 21anni, quando Dio la volle a se , la sua scomparsa per me, fu un trauma: cominciai a scrivere i miei primi versi. Da allora in poi cominciai a tastare la mia vita reale: il matrimonio, quattro figli, Monica, Debora, Eleonora e Daniele “ il più bel regalo della vita”.
La più brutta esperienza dopo quasi 20anni, fu la separazione da mia moglie, la solitudine, e la mancanza di salute, mi costrinsero a lasciare il lavoro. Si aprì così per me, una voragine di tristezza, rinchiudendomi in me stesso. Cominciai a dipingere dei quadretti, con della carta riciclata qua e là, il cui soggetto erano le montagne, dedicate al Piemonte, soprattutto quando queste erano coperte dalla neve . poi li appendevo al muro per rendere la casa più allegra, ma col tempo mi resi conto che che questo non era il mio forte e li nascosi quasi tutti sotto il letto e smisi di dipingere. Così me ne stavo ore ed ore a guardare fuori dalla finestra, e da li in poi ripresi a scrivere versi in poesia...
Oggi ho 53anni e dal 2001 vivo a Cuorgnè, in Piemonte.
E’ proprio qui nel 2007, che si risvegliò in me la voglia di ricominciare a vivere, grazie al corso di teatro dove vi trovai tante persone amiche. Ed oggi mi diverto, e ci divertiamo facendo divertire il pubblico.
Scrivo tuttora versi, dove ho pubblicato anche il mio primo libro di poesie dal titolo “Ancore” casa editrice
"Le Chàteau" edizione Aosta.
Ho avuto anche una grande soddisfazione da questo primo libro.
Quella di Maurizio Costanzo, che ha pubblicato una mia poesia dal titolo "Promessa" nel suo libro “Poetando” oltre ad averla trasmessa su “Radio uno” e il 4° premio Nazionale della poesia a Crescentino (VC) in occasione del 2° Memorial di Faustino “ Sulle ali del cielo.
In ultimo questo libro di narrativa “ La Quercia e i bambini di tutti” a cui tengo tantissimo poiché è dedicata alla mia cara nonna Maria, che sarà “ l’albero parlante” di questa storia. Lo devo a lei, la nascita di questo libro tra fantasia e verosimile... ( Vai su Narrativa)
Quei vecchi disegni che avevo nascosto sotto il letto, gli ho rimessi di nuovo in vista perché mi ricordano un passato , era un modo come un'altro per combattere la solitudine. Alcuni amici mi dicono che sono belli, io al contrario li sottovaluto, ma li tengo comunque stretti, perché fanno parte di un ricordo importante.
“Il Ragazzo dell’Est” è un racconto che si snoda con le caratteristiche di un diario in cui il protagonista parla in prima persona, colloquiando con i suoi lettori, ai quali spesso si rivolge, interrompendo la narrazione, per coinvolgerli nelle vicende da lui vissute che vorrebbe fossero fatte proprie, comprese, condivise.
L’autore, uomo positivo che nella vita è riuscito a superare, con tenacia e determinazione, momenti dolorosi e drammatici, guiderà la sua “creatura” a riemergere alla luce.
Umberto Coro |
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La crescita della persona non può prescindere da una concezione globale dell’uomo, mente e corpo, emozioni e pensieri, ma non può neppure trascurare la relazione del singolo all’interno della comunità. La vita e la crescita dell’individuo maturano all’interno di una rete, costituita innanzitutto dalla famiglia, che continua a essere il luogo della socializzazione primaria, centro nevralgico per un’educazione morale, sociale e culturale. Il nucleo familiare a sua volta s’ incontra con la società civile; la trasmissione di norme e valori, di diritti e doveri, lo sviluppo di un senso di appartenenza e di legalità a cui la società si propone di educare devono trovarsi al centro di un progetto condiviso e unitario. Dare forma al processo di crescita personale e sociale dell’uomo è, dunque, una priorità che può avvalersi dell’arte come prezioso strumento per contribuire a una formazione integrale. Le arti, infatti, mediante la molteplicità di linguaggi, consentono di comunicare in modo efficace valori e idee e permettono a ciascuno di sperimentare soluzioni innovative e di conoscere a fondo se stessi. Il percorso pedagogico che sta alla base dell’attività artistica, inoltre, non trascura la necessità di vivere il proprio tempo e i cambiamenti sociali, rafforzando contemporaneamente il legame con la tradizione e il territorio e fra diversi luoghi. IncontrArti a ... si propone come luogo di scambio di emozioni fra persone di diverse parti d’Italia e locali, ogn’uno con il proprio stile, la propria creatività e il proprio linguaggio che pur nella diversità della forma espressiva diventa voce universale perché a parlare sono le arti coniugando esperienze umane e possibili ritorni economici. 1. Inaugurazione mostre e presentazione libri Umberto Coro Personale di Umberto Coro Oltre la Finestra È un attestato sull’arteterapia e insieme una testimonianza di vita con sicuro valore sociale dove l’autore, tramite la pittura, la scrittura e la recitazione ritrova l’equilibrio tra corpo e mente. Sono circa 40 dipinti, tutti realizzati su carta riciclata con tecnica mista.
Pietretti Antonino
UMBERTO CORO
Ciao, mi chiamo Umberto Coro e sono nato nel 1957. I miei ricordi cominciano a prendere vita nel periodo scolastico: dal 1963 in poi, nel mio paese natio Ozieri; una cittadina al centro nord della Sardegna. I miei genitori dicevano che ero un bambino tutt’altro che svogliato, le uniche cose che mi pesavano erano,la scuola, il sussidiario e la maestra, che conoscendo mia nonna, questa le riferiva tutto ciò che combinavo durante le ore di lezione. La mia nonna paterna si chiamava Maria, era piccola di statura e un po’ rotonda e col sorriso tatuato nel viso. Si può dire che io abitassi più da lei che in casa dei miei genitori.
Lei abitava in una casa piccola di periferia, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, dove all’epoca, passavano ancora gli ultimi treni a vapore, e nelle vicinanze vi erano tante Querce secolari, una tra queste, la più grande: era la mia preferita, la consideravo come se fosse la mia seconda casa e quando rientravo da nonna Maria riepilogavo tutto ciò che avevo fatto sul mio albero preferito.
Nelle lunghe sere d’inverno, seduti intorno al braciere: lei mi raccontava tante fiabe, molto spesso facendosi albero parlante, antico testimone delle vicende di guerra e dopo guerra, e grazie alle suggestioni di questi racconti fantastici, a volte seguiti da storie vere, da lei vissute.
Mi parlava di baroni, Conti e ricche signore del paese, della povertà e della ripresa con fatica del dopo guerra “ a volte “ mi diceva “ si trova più ricchezza nella gente povera” e non aveva tutti i torti. Il suo sorriso era speciale, soprattutto quando nel raccontare fiabe ci metteva del suo.
Questo m’invogliò a scrivere i miei primi versi. C’era tanta fantasia, sia nelle mie poesie che nei brevi racconti, che parlavano di boschi tinti di colori d’autunno, di gnomi, fate che abitavano nella mia grande Quercia.
Avevo circa 21anni, quando Dio la volle a se , la sua scomparsa per me, fu un trauma: cominciai a scrivere i miei primi versi. Da allora in poi cominciai a tastare la mia vita reale: il matrimonio, quattro figli, Monica, Debora, Eleonora e Daniele “ il più bel regalo della vita”.
La più brutta esperienza dopo quasi 20anni, fu la separazione da mia moglie, la solitudine, e la mancanza di salute, mi costrinsero a lasciare il lavoro. Si aprì così per me, una voragine di tristezza, rinchiudendomi in me stesso. Cominciai a dipingere dei quadretti, con della carta riciclata qua e là, il cui soggetto erano le montagne, dedicate al Piemonte, soprattutto quando queste erano coperte dalla neve . poi li appendevo al muro per rendere la casa più allegra, ma col tempo mi resi conto che che questo non era il mio forte e li nascosi quasi tutti sotto il letto e smisi di dipingere. Così me ne stavo ore ed ore a guardare fuori dalla finestra, e da li in poi ripresi a scrivere versi in poesia...
Oggi ho 53anni e dal 2001 vivo a Cuorgnè, in Piemonte.
E’ proprio qui nel 2007, che si risvegliò in me la voglia di ricominciare a vivere, grazie al corso di teatro dove vi trovai tante persone amiche. Ed oggi mi diverto, e ci divertiamo facendo divertire il pubblico.
Scrivo tuttora versi, dove ho pubblicato anche il mio primo libro di poesie dal titolo “Ancore” casa editrice
"Le Chàteau" edizione Aosta.
Ho avuto anche una grande soddisfazione da questo primo libro.
Quella di Maurizio Costanzo, che ha pubblicato una mia poesia dal titolo "Promessa" nel suo libro “Poetando” oltre ad averla trasmessa su “Radio uno” e il 4° premio Nazionale della poesia a Crescentino (VC) in occasione del 2° Memorial di Faustino “ Sulle ali del cielo.
In ultimo questo libro di narrativa “ La Quercia e i bambini di tutti” a cui tengo tantissimo poiché è dedicata alla mia cara nonna Maria, che sarà “ l’albero parlante” di questa storia. Lo devo a lei, la nascita di questo libro tra fantasia e verosimile... ( Vai su Narrativa)
Quei vecchi disegni che avevo nascosto sotto il letto, gli ho rimessi di nuovo in vista perché mi ricordano un passato , era un modo come un'altro per combattere la solitudine. Alcuni amici mi dicono che sono belli, io al contrario li sottovaluto, ma li tengo comunque stretti, perché fanno parte di un ricordo importante.
Venerdì 2 ottobre 2015 - Presentazione del libro AZZURRO MARCO di Corti Giovanni
L'Autore con una protagonista del libro |
Copertina Azzurro Marco |
Presentazione in LiberaMente |
Enrico Rigamonti presenta l'Autore |
Pubblico |
Faini & Co |
Corti Giovanni |
Corti Giovanni |
Firma copie |
Cari amici di LiberaMente.
Dopo dieci anni di attività con
molte presentazioni di libri e autori, questa volta invertiremo le parti, perché
l’amico ENRICO RIGAMONTI presenterà me come autore e il mio primo
libro:
AZZURRO
MARCO
edizione Il CILIEGIO
Un omicidio,
l’indagine, la scoperta di un segreto celato per oltre cinquecento anni.
L’enigma del pittore Marco d’Oggiono. E la soluzione è lì, dove è sempre stata.
Davanti agli occhi di tutti.
Il finale della
storia avviene al giorno d’oggi, ma il lettore, come la protagonista Francesca
D’Angelo, Capitano dei Carabinieri sarà accompagnato verso la soluzione
dell’arcano rivivendo episodi che affondano le radici nella Storia. Per la prima
volta, la città di Oggiono fa da sfondo alla storia di un libro. Non posso dire
altro. Scoprirete tutto all’ultima pagina.
SIETE TUTTI
INVITATI PER LA PRIMA PRESENTAZIONE NAZIONALE
VENERDI 2 OTTOBRE
alle ore 21
IN LIBRERIA
LIBERAMENTE
OGGIONO Via G.
Longoni 27/29
INGRESSO
LIBERO
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