SGUARDI NEL TEMPO è
una mostra fotografica che l’Associazione “Università del Monte di Brianza”, in
collaborazione con il Club Fotografico “Ricerca e Proposta”, il Gruppo teatrale
“Stendhart” e patrocinato dal Comune di Galbiate, propone dal 10 al 19 luglio
nel bellissimo contesto di Villa Bertarelli a Galbiate.
È un percorso fotografico che spolvera la storia del
luogo FIGINA, simbolo di antica cultura religiosa e rurale del territorio
dell’Alta Brianza.
Il programma prevede, in abbinamento alla mostra, due
serate di cultura e divertimento. INGRESSO GRATUITO
Venerdì 10 luglio, ore 21
“Da
Cluny a Figina”, introduzione a cura del dott. STEFANO BRAMBILLA
“La curt”, filmato di DARIO RIVA
Venerdì 17 luglio ore 21
“Fra
sacro e profano”, breve conferenza, relatore prof. NATALE
PEREGO
“Streghifici e malierie”, spettacolo del gruppo teatrale
STENDHART![]() |
Foto Dario RIVA |
L’utilizzo spesso indiscriminato
di un territorio dotato di notevoli bellezze naturali (collina, laghi, monti)
purtroppo compresse da un’area residenziale e industriale, fra le più urbanizzate dì Europa, si è
riflesso non solo sull’ economia, ma ha toccato
anche gli aspetti essenziali interessanti la nostra vita.
La grande richiesta di manodopera
dovuta alla crescente industrializzazione del nostro territorio tra fine
ottocento e fin oltre la seconda metà del secolo scorso, ha visto neanche tanto
lentamente la scomparsa del lavoro agricolo. Le famiglie contadine preferirono
il salario sicuro all’incertezza del lavoro nei campi, sottopagato e troppo
dipendente dalle intemperie stagionali.
Gli orari fissi, i ritmi
frenetici, non più regolati dalla natura ma dalle esigenze produttive, hanno
cambiato inesorabilmente gli stili di vita. Mutano così il linguaggio, il
dialogo fra genitori e figli diventa incomprensibile, i progetti non più
condivisi. Ben presto si assiste allo smembramento delle famiglie rurali spesso
composte da più nuclei famigliari legati dalla parentela e al conseguente
svuotamento delle cascine per risiedere in paese o in città, con nuclei
famigliari più semplici, dove la vita
risulta essere più comoda.
La scelta verso
l’industrializzazione nel nostro territorio è stata drastica e univoca. Poche
sono le cascine rimaste attive, come pochi sono i contadini rimasti legati alla
loro terra. Nel giro di pochi anni quella struttura abitativa abbandonata non
solo ha perso la sua arcaica caratteristica vitale ma è divenuta il più delle
volte pericoloso sfregio decadente e
sinonimo di incuria.
La recente crisi economica che ci
fa guardare alla terra e alle cascine con sguardo diverso ci trova purtroppo
impreparati sia economicamente sia di esperienza che forse abbiamo
irrimediabilmente perduta.
Figina è l’emblema di un borgo
rurale che forse si può ancora salvare.
La nostra è un’ iniziativa che
invita alla conoscenza del luogo, al fine
di diventare mezzo di ripristino di quella cultura contadina che non
vuole morire, ma che oggi ritorna a
farsi portavoce di benessere di vita semplice.
In questo luogo l’uomo riuscirà a
ritrovare se stesso e riscoprirà la sua
antica identità. Rivivranno le tradizioni, si ristabilirà il rapporto tra
l’uomo, la natura, l’ambiente e la storia che scriverà antiche parole nuove.
Forse … saremo semplicemente
più felici.
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FIGINA . Foto Dario RIVA |
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FIGINA - Foto Dario RIVA |