Sabato 16 dicembre - pOesaggi - Elena Grebaz e Enrico Rigamonti
Elena Ornaghi, Carlo Colombo, Elena Grebaz, Enrico Rigamonti |
Presentazione pOetando 16/12/2017 |

sabato 16 dicembre alle ore 17.
Una volta c'era lo scambio epistolare...
Elena Grebaz e Enrico Rigamonti
presenteranno la loro originale raccolta poetica:
POESAGGI
L'originalità sta nel fatto che le poesie sono state composte a quattro mani dai due autori, in un mese di tempo, stando in luoghi diversi, utilizzando la rete "whatsapp". Inizio io... finisci tu, e così via. Un mese intero!Le poesie sono state raccolte in un CD audio il cui ricavato della vendita sarà totalmente devoluto alla CARITAS. La chicca finale riguarda le voci di chi ha interpretato le poesie dei due autori "social". Infatti la voce maschile è stata prestata dall'ex sindaco di Annone Brianza, Carlo Colombo e quella femminile dall'assessora Elena Ornaghi dell'amministrazione oggionese attuale.
Tutti i protagonisti saranno presenti.
INGRESSO LIBERO
Giovedì 14 dicembre 2017 - SCAMPATA AL LAGER "Devo la vita a Goring" di Graziano Guiotto - Presentazione libro
Graziano Guiotto - presentazione 14/12/2017 |
PRESENTAZIONE del libro:
SCAMPATA AL LAGER “Devo la vita a Göring” Fuga, avventure,
amori di Hanka Weissenstein di GRAZIANO GUIOTTO (ed. Curti)
Giovedì 14 dicembre 2017 ore 20:30 in Libreria Liberamente - Via G. Longoni 27/29 OGGIONO LC)
Da Praga a Milano. Nel mezzo la fuga rocambolesca di Hanka,
giovane ebrea cecoslovacca e di Hans, un tedesco dei Sudety, il primo dei suoi
quattro mariti.
Dieci mesi di fuga per raggiungere l’Argentina, aiutati dall’uomo
che li aveva salvati dal lager,
incontrato per caso su un treno affollato di disperati in fuga dal nazismo:
Albert Göring, fratello del Reichsmarschall Hermann, vice di Hitler, che la
seguì, passo dopo passo, organizzando e finanziando la fuga della giovane
coppia.
Il secondo marito è Janos Meyne, socio di Làszlò Birò,
inventore della penna a sfera, che procurerà loro una cospicua fortuna. Il loro
è un matrimonio copioso di episodi piacevoli e terribili.
Albert Göring su richiesta di Hanka, andò più volte a Praga
a trovare i genitori della donna, fino a quando calò un preoccupante silenzio.
La giovane non è tranquilla, non sa nulla della famiglia e torna, sola, in
Cecoslovacchia alla ricerca dei suoi cari, ma scoprirà che insieme ad altri
parenti, un centinaio di persone, sono finiti nelle camere a gas.
Il ritorno in Cecoslovacchia allontanerà la donna da Janos
Meyne e le sarà difficile resistere al fascino e alla galanteria di Leo Schutermann,
ebreo svedese che diventerà il suo terzo marito. Vicenda amorosa, per lo più
frivola e passeggera per lui, ma travolgente per Hanka.
Manlio Stagni, ufficiale medico su navi da crociera, il
quarto marito, riuscirà a fatica ad acquietare Hanka. In un periodo di
inquietudine lei lo lascerà per tornareda Leo, ma per un tempo breve.
Da bambina e da adolescente, hanka è stata coccolata e
vezzeggiata. È la sua parte di vita serena. Ciò che accade dopo è tutta un’altra
e complicata storia.
Graziano Guiotto ha intrapreso la sua esperienza letteraria
scrivendo libri per ragazzi.
È appassionato di ricerca, documentale, archivistica e
bibliografica. L’ultimo suo lavoro, IL GÖRING ANTINAZISTA, è la biografia di
Albert Göring, fratello del famigerato Hermann. Albert, un personaggio evidentemente
scomodo e fondamentale anche in questo libro.
Dicembre 2017 - Diario poetico di gaetano Montanelli
Ultimo mese dell'anno con alcune poesie di Gaetano Montanelli, tratte dal suo "Diario Poetico"
Non si possono avere sogni gratuiti,
bisogna meritarseli,
e se poi la realtà superasse ciò
sarebbe la follia,
benefica benefattrice
di luoghi comuni.
***
Vorrei
un
raggio
di
sole,
anche
per
me.
***
Una
parola
è
la
soluzione
di
un
libro,
a volte.
Non si possono avere sogni gratuiti,
bisogna meritarseli,
e se poi la realtà superasse ciò
sarebbe la follia,
benefica benefattrice
di luoghi comuni.
***
Vorrei
un
raggio
di
sole,
anche
per
me.
***
Una
parola
è
la
soluzione
di
un
libro,
a volte.
Giovedì 7 dicembre - QUANDO MANCA L'AMORE - Presentazione libro di Federica Maria Onganìa
presentazione 07/12/2017 |
Federica Maria Onganìa |
"Quando manca l'amore" è un libro testimonianza, colmo di emozioni. E' giusto definirlo biografia. L'Autrice Federica Maria Onganìa, ricostruisce la vita dell'amica, l'esistenza di Marion, anche quella più intima e spirituale, attraverso la lettura di un diario. Una storia vera, dolorosa, di una lecchese negli anni Cinquanta.
PRESENTAZIONE con l'Autrice
Giovedì 7 dicembre 2017 alle ore 20:30
Libreria LiberaMente - OGGIONO (LC)
Ingresso libero
Giovedì 30 novembre 2017 - Cristian Borghetti presenta SANGUE DI LUPO
Cristian Borghetti (sn) e Enrico Rigamonti (dx) |
30/11/2017 Presentazione "Sangue di lupo" |
Borghetti e Rigamonti in LiberaMente 30/11/2017 |
CRISTIAN BORGHETTI
SANGUE DI LUPO
Tra i vicoli e i segreti della Mala Strana, si sprigiona il potere alchemico...
Borghetti ci regala un horror che tinge di rosso le candide nevi della città Boema.
Lo scrittore Enrico Rigamonti presenta l'Autore.
Giovedì 30 Novembre 2017 Tra i vicoli e i segreti della Mala Strana, si sprigiona il potere alchemico...
Borghetti ci regala un horror che tinge di rosso le candide nevi della città Boema.
Lo scrittore Enrico Rigamonti presenta l'Autore.
alle ore 21:00
Presso la Libreria LiberaMente
a OGGIONO, via G. Longoni 27/29
Giovedì 9 novembre - Incontro con l'autore - Giovanni Corti "Il re che verrà"- Biblioteca di PESCATE
Giovedì 9 novembre alle ore 21.00
presso la Biblioteca “Alda Merini” di Pescate
INCONTRO CON L’AUTORE
GIOVANNI CORTI
per la presentazione del nuovo romanzo
“Il re che verrà”
Il corpo di uno sconosciuto, assassinato,
viene ritrovato sulla riva di un lago della Brianza. La soluzione del
caso si intreccia alle vicende di Rachele e Luisa, due donne divise da
quasi duemila anni di storia. La prima è una barbara, divenuta schiava
del prefetto Marco Stazio Prisco, comandante della guarnigione romana
stanziata nella regione dei laghi. La seconda è una studentessa
universitaria di Padova, che durante la seconda guerra mondiale
collabora con la Resistenza. Entrambe sono custodi di un segreto,
tramandato per generazioni. Si tratta del luogo dove è stato nascosto il
tesoro di Brenno e con esso i misteri sapienziali dell’antico popolo
celtico.
Presenta lo scrittore Enrico Rigamonti
Novembre - Diario poetico di gaetano Montanelli
questo umore ballerino
e che cosa ne dici
di me?
Forse i sogni non sono
altro che
illusioni mentali
e poi il giorno passa
senza
che
io
me ne accorga.
***
Volere fare
qualcosa di più,
rendersi conto
di avere dei limiti
e
non
andare
oltre.
***
Viva la vita
dal sapore strano
e indelebile,
che non si può cancellare
in un attimo,
e domandarsi
che fine
hanno fatto
tutti gli anni
trascorsi.

L'Appiani, la polenta e ul Feròn de Ugiònn

L’Appiani, la polenta e ul Feròn de Ugiònn
Non è una provocazione parlare
d’arte in un contesto di fiera paesana come ul Feròn de Ugiònn. Perché questa
fiera, che ormai compie la bellezza di 403 anni, racchiude in sé la storicità e
la tradizione di un paese, certamente la sua cultura secolare. E non mi
riferisco solo al fatto di aver dato i natali a Giovan Marco D’Oggiono, di
Leonardo allievo, di aver fatto parlar di sé il grande Stendhal nel suo
“Viaggio in Brianza”, ma anche per il mecenatismo e la lungimiranza, oserei
dire perché dotati di una sensibilità artistica rara, dei nostri nonni, nati sì
contadini, ma pronti ad abbellire la loro chiesa e il loro paese di opere di
grandi artisti, certamente i migliori del loro tempo.
Sarebbe stato un peccato grave
non legare la fiera che porta tanta gente in città, anche da fuori, con uno di
questi artisti. Giusto per farlo conoscere: il pittore Andrea Appiani, natali
brianzoli, celebrato dai contemporanei, amato da Napoleone Bonaparte che lo
nominò “premier peintre” di corte,
nonché commissario direttore della neonata Pinacoteca di Brera. Un curriculum
di tutto rispetto che lo annovera fra i testimoni artistici del periodo
compreso fra l’Illuminismo e le vicende napoleoniche, insomma uno dei massimi
esponenti del Neoclassicismo lombardo e italiano.
Per chi si chiederà perché
proprio questo pittore, rispondiamo che banalmente il chiamarsi Andrea in una
fiera che si definisce di Sant’Andrea avrebbe la sua importanza, ma soprattutto
per due motivi che banali non lo sono affatto.
Il primo perché quest’anno
ricorre il bicentenario della morte, avvenuta il mese di novembre 1817. Non
disquisisco sulla data precisa che rimane un mistero, poiché il nostro artista lasciò
la lacrimata terra, come riportato nel libro degli atti di morte della
parrocchia S. Maria della Passione di Milano il giorno 8 novembre 1817, mentre la
lapide che ornava la tomba nel famedio di Porta Orientale citava il 6 novembre
1817. Beh, giorno più, giorno meno.
Ma a noi interessa il secondo
motivo, ben più importante perché riguarda lo “Sposalizio”. Oggiono possiede infatti una delle opere a
soggetto sacro più importanti di Andrea Appiani del periodo antecedente la
venuta di Napoleone Bonaparte. L’affresco si trova nella Prepositurale di Sant’Eufemia.
Esattamente nella prima cappella a destra dell’ingresso principale. Il titolo è
“Lo sposalizio della Vergine”. Opera firmata Andreas fecit anno 1790.
Otto
figure compongono lo Sposalizio di Maria Vergine dipinto a fresco dall’Appiani
nella sua Cappella d’Oggiono posta nella chiesa maggiore a destra entrando: 2
figure a destra di Giuseppe il Sacerdote la Vergine, e 3 figure dopo Lei
magistralmente disposti e d’intera figura…(Reina)
L’opera da poco restaurata, con
la committenza dell’Associazione Università del Monte di Brianza è magnifica e
merita di essere vista. Durante i giorni di fiera i ragazzi dell’Istituto
Bachelet di Oggiono faranno da guida per le visite allo “Sposalizio”nella
chiesa Prepositurale.
Ma la fiera è anche cibo,
occasione per ritrovarsi, magari sotto il tendone giallo della Pro Loco di
Oggiono, per gustare i piatti tipici della Brianza, quest’anno arricchiti dalla
“Polenta dell’Appiani” o se preferite “di Andrea”. E allora, perché no. Unire
la cultura al cibo. Una capatina culturale a vedere l’affresco dell’Appiani o
il Polittico di Marco D’Oggiono e poi sedersi davanti ad uno squisito piatto di
polenta con… vi lascio nel mistero. Gli ingredienti li scoprirete mangiando.
Ah, dimenticavo. È doveroso
ricordare che la produzione artistica di Andrea Appiani è sempre stata dedita
ad opere di soggetto mitologico o storico ed alla ritrattistica. Infatti, solo
in età giovanile si concentrano le opere destinate ai luoghi di culto, poiché
l’artista considerava le committenze ecclesiastiche mere occasioni di lavoro.
Quando si è giovani, bisogna farsi un nome, riempire il curriculum di
competenze e qualifiche, anche a costo di essere pagati poco o nulla. Tesi
ancor oggi veritiera Passano i secoli, ma la storia non cambia! “Pei dipinti d’Arona non ebbe nulla: e soleva dire a’ suoi scolari, che bisogna dipingere il
fresco quando lo dava l’occasione per cominciare ad imparare la pratica,
com’egli aveva fatto”(Reina)
E io aggiungo. Pare che lo
Sposalizio della Vergine fu commissionato dalla famiglia Appiani del ramo
oggionese per la Cappella di famiglia. Non esistono infatti documenti di
pagamento del lavoro. Ci piace pensare che Andrea sia stato pagato con una…
fumante fetta di polenta, magari con la “luganiga”. Buon appetito a tutti.
Leonardo e il paesaggio lariano
Leonardo e il paesaggio lariano. A Mandello serata in ricordo di Luigi
Conato
(C.Bott.) Ha vissuto per
lunghi anni nella terra lariana, frequentando assiduamente il massiccio delle
Grigne e il Resegone. Attento osservatore e appassionato frequentatore proprio
dei sentieri montani, nei primi anni Settanta realizzò l’Antologia
alpinistica mandellese per conto del Cai Grigne e successivamente pubblicò Storie
di alpini e artiglieri della nostra terra e altri volumi ancora.
A lui principalmente si deve il Soccorso degli
alpini, costituito nel 1979 e in seguito divenuto un riferimento prezioso
quanto irrinunciabile per il territorio dei comuni di Mandello, Abbadia Lariana
e Lierna.
Per
un trentennio Luigi Conato, scomparso nel novembre 2015, dedicò parte del suo
tempo libero alla ricerca di tutto quanto ha riguardato la presenza di Leonardo
da Vinci in terra lombarda. E lecchese in particolare. Il suo intento era
infatti quello di dimostrare quanto questo stupendo territorio abbia
influenzato il Grande genio e la sua opera e abbia ispirato al grande artista
gli sfondi di alcuni tra i suoi più celebri dipinti quali la Gioconda, la Vergine
delle rocce, Sant’Anna e altri.
Il
suo imponente lavoro di ricerca si tradusse nel 2003 nella pubblicazione del
libro Leonardo da Vinci nella Valle dell’Adda fra certezze, ipotesi,
suggestioni.
Sul
finire degli anni Ottanta Luigi Conato aveva
già dato alle stampe, per la Casa editrice Sardini di Bornato in Franciacorta,
un altro elegante volume dedicato a Leonardo e a una sua ricerca condotta nel
territorio milanese, in Brianza e nel Lecchese, con particolare riferimento
alla Valsassina e ai gruppi montuosi del Resegone e delle Grigne, dal titolo Leonardo
e il paesaggio lombardo.
Nella
prefazione lo storico e scrittore esinese Pietro Pensa spiegava che “il libro
non è da assommarsi ai tanti più o meno interessanti studi che si pubblicano
nelle ricorrenze centenarie, ma va posto in evidenza per la sua singolarità
atta a far conoscere l’aspetto più genuino della personalità di Leonardo”.
“Questo
è un libro - scriveva sempre Pensa -
che, se appare prezioso a chi, come me, cerca ogni segno del passato per illustrare
la terra del Lario e riportarla a quella notorietà che aveva
nell’Ottocento del turismo inglese, un grande ruolo potrà avere anche per gli
studiosi di Leonardo da Vinci”.
E
Luigi Conato nell’introduzione del volume affermava: “Prima ancora che di una
passione, pur viva, per l’arte di Leonardo, questo lavoro è frutto di un amore
profondo per la terra lombarda e per Lecco in particolare. Per questo motivo ho
il vivo desiderio che chi sfoglierà questo libro abbia a farlo con l’animo
disposto alla critica, purché sia fondata sulla conoscenza di questi nostri
luoghi ove occorre aver vissuto tutte le ore del giorno per apprezzare ogni
dettaglio della loro mirabile composizione”.
Proprio
Leonardo e il paesaggio lariano saranno il filo conduttore dell’incontro che si
terrà martedì 24 ottobre alle ore 21 presso la sala conferenze del Soccorso
degli alpini di Mandello. Una serata in ricordo di Luigi Conato a cura del
nipote Stefano Morganti.
L’iniziativa
è dell’Archivio comunale della memoria locale in collaborazione con lo stesso
Soccorso degli alpini e con il patrocinio del Comune.
Le 4 mostre di VITALI a Milano
Successo di pubblico alle quattro mostre di Giancarlo Vitali
di
Gianfranco Colombo - Poco meno di 40mila visitatori. Questo è il numero
straordinario delle persone che hanno visitato le quattro mostre di Giancarlo
Vitali; un happening artistico che ha praticamente “occupato” il centro nobile
di Milano la scorsa estate. L’evento espositivo, curato da Velasco Vitali,
figlio di Giancarlo e artista egli stesso, ha “occupato” quattro sedi espositive:
Palazzo Reale, Castello Sforzesco, Museo di Storia Naturale, Casa del Manzoni.
Una sorta
di itinerario dell’arte che ha coinvolto una marea di gente. Un successo
confermatoci dall’assessore alla cultura del Comune di Milano, Filippo Del
Corno: «Giancarlo Vitali, in meno di tre mesi, ha saputo conquistare un
pubblico ampio e trasversale, attento alla qualità artistica delle esposizioni
piuttosto che attratto dalla notorietà dei nomi proposti. Una conferma per
alcuni e una scoperta per altri, e comunque una sorpresa per il pubblico
milanese che ha avuto così modo di scoprire un universo artistico ricchissimo,
formatosi in 88 anni di vita e di esperienza e finalmente rappresentato per
epigoni in questa mostra di grande successo, anche per la critica più severa.
La mostra ha sancito definitivamente il grande valore d'artista di Giancarlo
Vitali». Non ci sarebbe altro da aggiungere se non esprimere la nostra
soddisfazione di vedere confermata e riconosciuta, anche fuori dai nostri
confini, la classe di un grande artista. Perfino lui, il Giancarlo Vitali che
non esce mai di casa e che è sin troppo severo nei suoi confronti, questa volta
sembra contento.
La
mostra è andato a vederla ed anche lui ha dovuto riconoscerne la bellezza.
Certo, senza esagerare come nel suo integerrimo stile. «Ho fatto i complimenti
ai miei figli Velasco e Sara – ci ha detto – hanno fatto un ottimo lavoro.
Grazie all’allestimento di Palazzo Reale mi sono piaciuti persino i miei
quadri». Un commento che è una benedizione. Del resto queste mostre hanno
lasciato il segno. E preferiamo citare le parole di Stefano Crespi, giusto per
non essere accusati di partigianeria, noi che guardiamo lo stesso lago: «Se
fosse nato solo qualche chilometro più a nord, giusto oltre il confine svizzero
che da Bellano dista poco, la fama lo precederebbe e anche le quotazioni nelle
aste avrebbero esiti diversi. Sarebbe David Hockney o Lopez Garda, e non semplicemente
Giancarlo Vitali, classe 1929, il più importante pittore italiano vivente.
Provinciali all’eccesso, nell’adesione alla modernità, abbiamo buttato via un
secolo di grande arte nel nome delle mode e dell’ideologia. Basterebbe recarsi
a Palazzo Reale a Milano, dove si confrontano fianco a fianco il campione del
concettualismo, Vincenzo Agnetti (1926-1981), e appunto, in una esposizione
epocale, il suo quasi coetaneo Giancarlo Vitali per comprendere chi dei due è
più contemporaneo, come appaiono spesso fané le trovate del primo rispetto alla
solida pittura del secondo». Non male direi e credo che queste considerazioni
le abbiano fatte in tanti. Del resto, le quattro mostre milanesi erano una
scoperta nella scoperta, una specie di festa della pittura, a cui si è aggiunto
anche un grande regista come Peter Greenaway. Alla Casa del Manzoni ha messo in
scena uno spettacolo ricco di suggestioni, difficile da dimenticare. Dopo
Tommaso Grossi, un altro bellanese ha abitato la casa di don Lisander e se ne
sono accorti tutti perché la “sacra” dimora dell’autore dei Promessi sposi è
stata letteralmente rivoluzionata.
Ed
a proposito di rivoluzioni la portata di queste mostre l’aveva ben capita Velasco, il figlio che si è trovato a
metter mano all’opera paterna, immergendosi dentro la vita del genitore:
«L’esistenza di tuo padre spesso la dai per scontata, ma guardandoci dentro, in
questo caso attraverso le sue opere, capisci che è tutto diverso». Velasco ha
sottolineato sin da subito l’importanza di opere che danno alla periferia
dell’ispirazione un valore universale: « Da questo itinerario emerge
l’importanza della “localizzazione” per Giancarlo Vitali. Appare evidente come
per lui essere un pittore “locale” non sia una diminuzione ma al contrario un
valore linguistico forte. Dalle quattro mostre si capisce chiaramente che lui
resiste alle sue radici perché le ritiene fondamentali. Le quattro mostre sono
un’antologica strutturata con un inizio ed una fine che non ha cedimenti».
Queste parole, pronunciate prima dell’inaugurazione, hanno trovato conferma
negli occhi e nei sentimenti di chi le ha visitate. Giancarlo Vitali parla a
tutti perché la sua pittura sa sorprenderci.
Domenica 22 ottobre - Presentazione del libro IL RE CHE VERRA' a E..qui..Libri!
Venerdì 20 Ottobre - La cucina brianzola, tradizione e innovazione
La cucina brianzola - Tradizione e innovazione
Serata organizzata dall'Ass. Università del Monte di Brianza, in collaborazione con la ProLoco di Oggiono e la partecipazione dell'Ass. CUOCHI BRIANZA
Serata organizzata dall'Ass. Università del Monte di Brianza, in collaborazione con la ProLoco di Oggiono e la partecipazione dell'Ass. CUOCHI BRIANZA
Venerdì 20 Ottobre 2017
alle ore 21
Presso la Sala Convegni della BCC Alta Brianza di Alzate Brianza
a OGGIONO, via Lazzaretto 15
RELATORI:
Alberto Somaschini - presidente Ass. CUOCHI BRIANZA;
Paola Silva - presidente LADY CHEF;
Marco Colombo e Riccardo Giussani - giovani cuochi
La cucina tipica della Brianza si è mantenuta fedele alla tradizione perché nemica delle sofisticazioni alimentari: essa è fatta di semplicità, sa di paese, utilizza ingredienti spesso poveri, ma di sicuro effetto.
le ricette sfuggono ogni tipo di complicazione culinaria e rispondono a regole di
ECONOMICITA': si tratta di preparazioni che hanno alla base le parti di scarto della carne (cazzoula, intingoli, busecca) o verdure coltivate direttamente nell'orto di famiglia.
PRATICITA' DI PREPARAZIONE: nonostante il paradosso della lunga cottura si tratta di ricette di breve preparazione.
MASSIMO NUTRIMENTO: sapore e sostanza rimangono nell'intingolo.
Pare siano state l'impazienza e la frettolosità dei brianzoli ad aver dato origine ad alcuni piatti tipici della tradizione gastronomica locale. la maggior parte di essi, dal minestrone alla brianzola alla busecca, nonché la stessa cazzoula, bisognano ancora oggi di lunghe cotture a fuoco lento, nonostante le moderne tecnologie permettano di abbattere notevolmente i tempi. La preparazione di questi piatti era molto semplice e veloce: nella fase iniziale si metteva tutto nel paiolo, si portava poi a ebollizione e quindi si prolungava la cottura al fuoco dolce della stufa per tutto il tempo necessario e ancor più. Tutte le ricette tipiche inoltre non temevano le ipercotture, anzi, se riscaldate risultavano ancor più buone, favorite dalla tenacia tipica dei prodotti genuini che non perdevano consistenza anche dopo aver superato il giusto grado di cottura.
Iscriviti a:
Post (Atom)