Eccoci di nuovo. Ritorniamo a
parlare del pittore Andrea Appiani (1754-1817) e dell’opera “Lo sposalizio
della Vergine (1790)”, situato nella prepositurale oggionese di Sant’Eufemia,
da poco restaurato e che sarà inaugurato domenica 7 maggio 2017.
È doveroso ricordare che la
produzione artistica di Andrea Appiani è sempre stata dedita ad opere di
soggetto mitologico o storico ed alla ritrattistica. Infatti, solo in età
giovanile si concentrano le opere destinate ai luoghi di culto, poiché
l’artista considerava le committenze ecclesiastiche mere occasioni di lavoro.
Quando si è giovani, bisogna farsi un nome, riempire il curriculum di
competenze e qualifiche, anche a costo di essere pagati poco o nulla. Tesi
ancor oggi veritiera Passano i secoli, ma la storia non cambia! “Pei dipinti d’Arona non ebbe nulla: e soleva dire a’ suoi scolari, che bisogna dipingere il
fresco quando lo dava l’occasione per cominciare ad imparare la pratica,
com’egli aveva fatto”(Reina)
La prima opera a soggetto sacro
dipinta da Appiani è la figura a fresco di Sant’Antonio in un’edicola all’angolo della piazza principale
di Balsamo, vicino a Milano, databile 1772. Di quest’opera non vi è più
traccia, come dei quattro quadri dipinti ad olio che rappresentavano i quattro evangelisti, per la chiesa parrocchiale di Caglio in
Valassina (1776-1777). La prima opera sopravvissuta che inizia a farci
pregustare la sua pittura di ampio respiro, è la serie di tre medaglie ad
affresco in cui sono narrati altrettanti episodi dell’Antico Testamento nella
chiesa di Rancate (1785). Nella chiesa di Arona dipinge ad olio su tela la
Nascita del Bambino Gesù: quadro di 5 braccia dipinto allo stile di Correggio.
Non per altrui committenza, ma per motivi famigliari, Appiani affrescò
a Oggiono, nella chiesa parrocchiale, lo Sposalizio della Vergine, opera
firmata e datata 1790 (Beretta).
È un’opera importante che deve
inorgoglire gli oggionesi. Primo perché, oltre Rancate, citato in precedenza,
rimane l’unica grande opera di Appiani che è possibile vedere in Brianza. Per
questo i grandi musei milanesi, in occasione del bicentenario della morte
dell’artista, per allestire le loro mostre, avrebbero voluto possederne
l’originale. Ma ahimè, essendo un affresco, dovranno accontentarsi di una foto,
magari nel formato dell’opera, e chi vorrà vedere lo Sposalizio dal vero dovrà
per forza venire a Oggiono. Il secondo motivo per rimarcarne l’importanza è il
tema trattato dall’artista, cioè lo sposalizio di Giuseppe e Maria. Il dott.
Giovanni Morale, coordinatore di Gallerie d’Italia di Piazza della Scala di
Milano, nella serata I matrimoni
nell’arte, dal Perugino all’Appiani, tenutasi lo scorso 6 aprile, presso l’aula
magna dell’Istituto Comprensivo Marco D’Oggiono, ha infatti sottolineato che la
tematica del matrimonio dei genitori di Gesù, nella storia dell’Arte, è fatto
abbastanza raro. Non presenta un numero alto di opere, forse una ventina. Va
considerato che nei Vangeli o nei testi biblici non si fa alcun riferimento alla cerimonia di questo
matrimonio. Certamente non si possono dimenticare i capolavori del Perugino e
soprattutto di Raffaello, che Andrea Appiani, sicuramente conosceva e aveva
studiato. Quindi, il nostro “Sposalizio” si presenta come un’opera unica che
con il Battistero romanico di San Giovanni Battista e il Polittico di Marco
D’Oggiono, va ad aggiungersi ai tesori della nostra chiesa di Sant’Eufemia.
Il pittore, come si rileva da un documento del tempo (conservato presso
l’archivio parrocchiale) scritto dal canonico Carpani di Oggiono, portò a
termine l’affresco in soli 6 giorni.
“1790. Nel giorno 6 ottobre
il signor Andrea Appiani ha cominciato a dipingere lo Sposalizio di san
Giuseppe con la Beata Vergine Maria ed ha finito il giorno 11 di detto mese. Il
giorno 13 fu benedetta la Cappella di san Giuseppe”.
Sei giorni! Molti meno di quanto
hanno impiegato Elisa Figus e Annalisa Bonfanti, le due competenti
restauratrici che hanno ripulito l’affresco dalla patina del tempo, e
soprattutto tantissimo meno del tempo che l’Associazione Università del Monte
di Brianza ha impiegato per svolgere tutte le pratiche dei lavori per avere i
permessi necessari da Curia e Soprintendenza alle Belle Arti.
Il lavoro ha consentito, grazie
alle tecniche moderne di restauro, di scoprire alcuni misteri legati alla
tecnica pittorica, i tipi di pigmenti utilizzati per i colori, il disegno, i
ripensamenti, ma anche la strana scritta che si legge sulla fascia del
sacerdote, oppure la firma del pittore. Per questi dettagli tecnici e curiosi
lasceremo la parola alle due restauratrici, coadiuvate dalle immagini del Fotoclub
Ricerca e proposta di Dolzago che ha eseguito un reportage fotografico,
seguendo dall’inizio alla fine il lavoro, per una serata apposita aperta a
tutti gli appassionati. Rimane insoluto il mistero del committente e del perché
quest’opera unica sia finita ad Oggiono. Conosciamo invece Galbiati Group, lo
sponsor che ha restaurato l’affresco.
Dal nome del canonico Carpani che
riportò il documento dei sei giorni, presumiamo che la committenza sia venuta
dalla nonna paterna del pittore:
Giovanna Isella Carpani, di origini annonesi. Il mistero rimane
comunque: perché proprio ad Oggiono?
È sicuro che si volesse ricordare
un matrimonio o evidenziare l’importanza di questo sacramento, che l’artista
volle suggellare ritraendo volutamente per Maria il volto di Costanza Bernabei
che due anni dopo l’affresco sposò. L’amore di Andrea per la sposa è
testimoniato dai numerosi disegni e bozzetti che la ritraggono.
Ero felice. Avrei voluto abbracciare il mio Josef, per lui mi era
salita in petto una tenerezza mai provata… Mi aveva
creduta, ero felice e calda di gratitudine per lui. “Fai quello che è giusto,
Josef. Io oggi sono tua più di prima, più della promessa.” (da In nome della madre di Erri De Luca)
Sono sicuro che da questo momento, entrando in chiesa, avremo
tutti un occhio di riguardo per questo affresco così prezioso.
L’inaugurazione dell’opera
restaurata sarà domenica 7 maggio alle ore 17. Fino a quel momento l’affresco
sarà coperto da un telo. E, come ogni buon matrimonio che si rispetti, faremo
una grande festa per questo singolare sposalizio di Giuseppe e Maria.
Tutta la cittadinanza è invitata
alla “cerimonia” nuziale. Appuntamento in piazza Sironi per il corteo alle
16.50 o alle 17 in
chiesa. Non mancherà, neppure la banda che suonerà per le vie del paese, e
soprattutto non mancheranno i confetti per tutti!
Un grazie ed un ricordo
particolare va a Luigi Longhi, che ci ha coadiuvato nella ricerca arricchendola
di notizie sconosciute.
PROGRAMMA domenica 7 maggio 2017
- ORE 16.50 Corteo nuziale che si snoderà per le vie cittadine con richiami bandistici eseguiti dal Corpo musicale Marco D’Oggiono. preceduti da splendide damigelle
Partenza da P.zza Sironi
- ORE 17.30 Inaugurazione dell’opera restaurata nella chiesa prepositurale Sant’Eufemia di Oggiono.
La cerimonia sarà allietata dal canto di
Chiara Amati, talentuosa mezzosoprano, accompagnata all’organo dalla prof. Maria
Teresa Muttoni.
Letture di Edo
Marzi accompagnate dal magico violino di Luca Redaelli.
La popolazione sarà “invitata”
alla cerimonia nuziale per “Lo sposalizio della Vergine e Giuseppe”.
Presso un gazebo appositamente
allestito si organizzeranno le visite guidate e la formazione di gruppi
accompagnati da guide che spiegheranno l’Opera e la figura di Andrea Appiani.
Accanto alle guide ufficiali dell’Associazione
Archeologica di Oggiono, saranno presenti le giovani guide di terza della Scuola
secondaria di primo grado “Marco D’Oggiono”, che hanno approfondito lo studio su Appiani.
Presso la Sala della Comunità Pastorale S. Giovanni Battista
(Oggiono) mostra dei lavori dei ragazzi di terza
della Scuola secondaria di primo grado
di Oggiono, incentrata sul Neoclassicismo lombardo e relativamente sulla figura
di Andrea Appiani.
La mostra sarà visitabile
domenica 7 maggio e le domeniche successive con modalità da concordare.
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