CRONACA DI UNA FESTA ANNUNCIATA
Come fossimo stati noi gli sposi,
in trepida attesa dell’evento, abbiamo consultato per una settimana intera le
previsioni del tempo, sussultando ad ogni perturbazione, ad ogni nuvoletta che
appariva sullo schermo per la fatidica data. E il grande giorno è finalmente arrivato.
Domenica 7 maggio, al mattino, si presenta con quel cielo grigio, incerto, che
dalle nostre parti ti induce a prendere l’ombrello se esci. La cerimonia per
l’inaugurazione dell’affresco restaurato Lo Sposalizio della Vergine di Andrea
Appiani, prevista alle ore diciassette, è ancora lontana. Potrebbe fare peggio!
Ma all’apparire delle graziose damigelle che aprono il corteo nuziale, il buon
Dio deve avere un ripensamento primaverile, non intende rovinare la nostra
festa. D’incanto il sole fa capolino, il cielo si è fatto azzurro, esaudendo i
nostri reconditi desideri per una giornata radiosa.
A posteriori si può dire che
sarebbe comunque stata una giornata di festa, con qualsiasi tempo, pure con la
pioggia benedetta. D'altronde il proverbio non dice: «Sposa bagnata sposa
fortunata»? E a pensarci bene, quando gli sposi furono Giuseppe e Maria,
dovette senz’altro diluviare perché Maria portava in grembo nientemeno che il figlio
di Dio, Gesù.
Il corteo delle damigelle, aperto
da Luca Redaelli, talentuoso violinista di casa nostra, che da tempo accompagna
i concerti di Van de Sfroos, si snoda da piazza Sironi fino a raggiungere la
chiesa Prepositurale di Sant’Eufemia, seguito dalla banda Marco D’Oggiono e
oserei dire dal paese intero, tanta è la gente per strada. Qualcuno chiede dove
siano gli sposi. È chiaro che i veri protagonisti dovevano
essere loro. Ma è altrettanto chiaro che gli sposi non potevano essere in carne e ossa, bensì quelli dipinti,
che poi sarebbero stati svelati, dopo aver tolto il drappo che ancora occulta
l’affresco dello Sposalizio.
L’organo della chiesa suona a
festa mentre Chiara Amati, mezzosoprano, altro giovane talento oggionese, accoglie
tutti con la sua voce musicale e Edo Marzi crea un’atmosfera sacra
declamando il Cantico dei cantici.
La chiesa è gremita e la
curiosità accresce di momento in momento. Lo si percepisce nell’aria, quella
specie di elettricità, il brusio sommesso che accompagna l’attesa di un evento
atteso. Quella voglia di vedere… poi, il drappo scende. Siamo tutti incantati!
Lungo molti anni
a grande prezzo
viaggiando attraverso molti paesi
andai a vedere alte montagne;
soltanto non vidi
dallo scalino della mia porta
la goccia di rugiada che scintillava
sulla spiga di grano.
a grande prezzo
viaggiando attraverso molti paesi
andai a vedere alte montagne;
soltanto non vidi
dallo scalino della mia porta
la goccia di rugiada che scintillava
sulla spiga di grano.
È una poesia di Tagore, scrittore
e filosofo bengalese. Sono parole che ben si addicono allo spirito che anima
l’associazione Università del Monte di Brianza che ha proposto e lavorato
affinché si realizzasse il restauro dello Sposalizio della Vergine di Andrea
Appiani e che nel giorno dell’inaugurazione sollecitano un paio di riflessioni,
brevi.
Ha ragione Tagore. Spesso andiamo
chissà dove a vedere monumenti, opere d’arte, natura e non ci accorgiamo di ciò
che abbiamo di fronte ai nostri occhi, davanti al nostro naso, quotidianamente,
proprio come questo affresco di Andrea Appiani (1790), quasi invisibile per i
più, ma che i grandi critici d’arte e non solo annoverano, con il Polittico di
Marco D’Oggiono fra i tesori della nostra chiesa Prepositurale. Ebbene oggi,
come cittadini, come comunità, non solo pastorale, perché un’opera d’arte è di
tutti, grazie a questo restauro, ne riprendiamo possesso, metaforicamente.
È stato proprio un gran lavoro, ne
siamo orgogliosi e il risultato è finalmente sotto i nostri occhi. Notevole!
E qui la seconda e ultima
riflessione che è anche un ringraziamento. Sempre nello spirito del poeta
bengalese, per il lavoro di restauro, abbiamo fortemente voluto che fossero due
restauratrici giovani e di casa nostra ad attuarlo. Questo per dire che senza
andare chissà dove, anche qui abbiamo delle eccellenze, notevoli
professionalità. Grazie quindi a Elisa Figus e Annalisa Bonfanti.
Un grazie va a don Maurizio che
ha creduto, forse ceduto, alla testardaggine e determinazione della nostra
piccola associazione. Un grazie grande va ad Assunta Galbiati e a Galbiati
Group, che non solo ci ha creduto, ma soprattutto supportato economicamente in
questo progetto. Senza questo sponsor, non si sarebbe potuto fare nulla.
Grazie a loro, alla sinergia con
la scuola secondaria Marco d’Oggiono, il comune di Oggiono, la regione
Lombardia e con tanti altri soggetti che non nomino, privati e associazioni, artisti,
musicisti, cantanti e le bambine-damigelle del corteo che, curioso, facendo di
cognome Appiani potrebbero essere le pro-pro-pro nipoti dell’illustre Andrea
Appiani, abbiamo realizzato il nostro sogno, partito dal basso, dal piccolo
come può esserlo un’associazione culturale seppur con un nome altisonante, e che
spero sia di esempio a tutti nella nostra comunità per ulteriori progetti di
salvaguardia delle bellezze della nostra città.
PROGRAMMA INIZIATIVE
VENERDI 9 Giugno ore 21
Presso la Sala della Comunità
Pastorale San Giovanni Battista a Oggiono.
STORIA DI UN
RESTAURO, a cura di Elisa
Figus e Annalisa Bonfanti, le
restauratrici dell’affresco Lo Sposalizio della Vergine di Andrea Appiani.
Serata di approfondimento in cui
verrà illustrato l’intervento tecnico-artistico con una proiezione fotografica,
reportage del lavoro eseguito (foto di Dario Riva).
INGRESSO LIBERO
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