Crescere meno, anzi f LUCIANO GENTA (fonte: Tuttolibri, LA STAMPA, in edicola sabato 28 marzo) Cambio al vertice, ormai è sempre più un «mordi e fuggi». E’ naturale allora che questa settimana tocchi al vampiresco ispettore Adamsberg di Fred Vargas, che, a scanso di improbabili equivoci per i teen agers, nulla ha a che spartire con Meyer. Il valore in copie vendute dei suoi 100 punti torna finalmente a superare quota 10 mila. Per il resto, piccoli movimenti: sale per la prima volta fra i primi 10 la Némirovsky e rientrano la Bignardi, Giordano e l’ultimo Larsson. La vera novità è il primo posto in saggistica di Latouche, un libro del 2008: ancora una volta un effetto del passaggio in tv da Fazio. Il sociologo della «decrescita» ribadisce la sua critica a un capitalismo che ha fatto del Pil un vitello d’oro, sacrificandovi equità e qualità della vita. E propone l’ossimoro di una realistica utopia: non solo ridurre gli sprechi, ma selezionare e rinnovare i consumi, riappropriarsi del tempo per sé. Tema che viene da lontano, come indica il breve saggio fine ‘800 di William Morris, socialista alla Stuart Mill, antesignano della critica al «produttivismo» e all’etica «utilitaria e competitiva», titolato da Donzelli Lavoro utile, fatica inutile. E tema attuale, quotidiano, svolto dal giornalista inglese John Naish e tradotto da Fazi, in forma di vademecum per dire Basta! al «superfluo», a tutto ciò è diventato troppo. Il caso vuole che in cima alla «varia» ci sia Il viaggio dimagrante della Lambertucci, in sintonia con altri due titoli in tabella, E’ facile controllare il peso e Magri per sempre. Ma certo nulla hanno in comune con la decrescita di Latouche. Rappresentano ancora la società dell’abbondanza. E non sono certo i manuali indicati per coloro cui ora dall’alto si consiglia di «darsi da fare», di «non restare con le mani in mano»: questi la dieta dimagrante già la trovano scritta in busta paga. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||
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