CATENA
DI SALVEZZA
il
viaggio della speranza che passava da Oggiono
Sabato 22 Marzo sarà una giornata
speciale per me, per l’Associazione Università del Monte di Brianza, per la
classe III D della Scuola Secondaria Marco d’Oggiono e penso anche per Oggiono
perché realizzeremo insieme un viaggio dovuto, promesso. Andremo a Zanè
(Vicenza) a trovare la signora Carla Liliana Martini. A molti questo nome non
dirà nulla, eppure centinaia di persone le devono la vita. “La fame, il freddo, le percosse, le umiliazioni... No, non è stato
facile. Ma rifarei ogni cosa. Perché ho scoperto cosa vuol dire solidarietà e,
nonostante tutto, non ho ancora perso la fiducia negli uomini». Il
messaggio di Liliana Martini, ex "schiava" di Mauthausen col n°
18974, è di quelli che lasciano speranza. Eppure viene da una persona scampata
ad un luogo privo di speranza: dall’inferno dei Lager, dove morirono 40 mila
deportati italiani, lei è tornata.…Durante la Seconda Guerra Mondiale, dall’inverno del 1943 fino alla fine della guerra si era costituito a Padova un movimento di Resistenza cittadino chiamato FRA-MA che si occupò dell’espatrio clandestino, dapprima dei prigionieri di guerra anglo-americani, poi ebrei e renitenti alla leva. Il gruppo era formato da professori universitari e una schiera di collaboratori fedelissimi delle più disparate condizioni sociali, politiche e religiose: frati e operai, parroci e casalinghe, commercianti e bibliotecarie, tutti anelli della catena di salvezza. Una figura importante era rappresentata da Padre Placido Cortese, direttore del Messaggero di S.Antonio. Dalla Basilica del Santo a Padova, coordinava e organizzava i viaggi. Era il perno dell’organizzazione. Lui procurava i documenti, i timbri falsi. Le foto venivano prese dagli ex voto della basilica. Poi iniziava la parte più pericolosa: il viaggio verso la Svizzera. “Il percorso programmato è con il treno: Padova-Milano, dove si cambia treno e linea, per proseguire sino a Oggiono, poi sul lago di Como, dove i perseguitati vengono affidati a contrabbandieri precedentemente avvisati e profumatamente pagati. Costoro faranno attraversare il confine italo-svizzero, verso la salvezza”.
Erano anelli anche Carla Liliana, le sorelle Martini e altre donne, che accompagnavano personalmente in treno fino a Oggiono queste persone. La partecipazione diretta delle donne era fondamentale. I viaggi erano rischiosi. La maggior parte delle persone accompagnate non parlava italiano e non sapeva nemmeno dove fosse Milano, figurarsi Oggiono. Liliana allora aveva 18 anni. A marzo del 1944 venne arrestata e deportata a Mauthausen. Verso la fine del 1944 per la “Catena” fu il periodo peggiore. Molti gli arrestati, deportati, qualcuno ucciso, fra cui Padre Cortese che venne ucciso dopo essere stato torturato.
Questa storia scoperta per caso nel libro “Catena di salvezza” scritto da Carla Liliana Martini e presentata lo scorso anno per la ricorrenza del 25 Aprile, durante quest’anno è diventata un progetto scolastico, seguito dalla III D con la sua insegnante Proff.ssa Laura Veltre.
In collaborazione con la Biblioteca di Oggiono, il Comune di Oggiono, che ha donato il viaggio e il Comune di Zané, che ci ospiterà, andremo a conoscere Carla Liliana Martini a casa sua. La signora Martini oggi ha ottantotto anni e purtroppo è impossibilitata a ritornare a Oggiono. Il suo ultimo “viaggio” risale a settanta anni fa. Adesso faremo noi il viaggio al contrario, per conoscere una testimone diretta e per mantenere la memoria di un pezzo di storia che ha riguardato il nostro paese e che non bisogna dimenticare.
Carla Liliana Martini |
Zanè, sabato 22 marzo 2014 |
IL
NOSTRO VIAGGIO
“Sì, lo rifarei ancora,
naturalmente con gli anni che avevo allora”. È questa la risposta alla domanda di un ragazzo di III D che le
chiedeva se oggi rifarebbe quello che ha fatto, conoscendone le conseguenze. È
una risposta che non lascia dubbi quella di Carla Liliana Martini, deportata
nel lager di Mauthausen col n° 18974 a causa della suo
impegno, con altri cittadini padovani, dalla fine del 1943, per organizzare la
via di fuga verso la Svizzera,
prima di prigionieri di guerra
anglo-americani, poi ebrei e renitenti alla leva. Un viaggio che passava da
Oggiono, dalla sua stazione ferroviaria. Per facilitare il viaggio, Liliana
Martini (che allora aveva 17 anni), le sue sorelle e altre donne,
accompagnavano personalmente in treno da Padova fino a Oggiono queste persone.“Il percorso programmato è con il treno: Padova-Milano, dove si cambia treno e linea, per proseguire sino a Oggiono, poi sul lago di Como, dove i perseguitati vengono affidati a contrabbandieri precedentemente avvisati e profumatamente pagati. Costoro faranno attraversare il confine italo-svizzero, verso la salvezza”.
Gli avvenimenti di questa storia, sono racchiusi in poche righe di un libro, “Catena di salvezza”, che Liliana Martini ha scritto nel 2004. Grazie a questa testimonianza, con l’Associazione Culturale Università del Monte di Brianza abbiamo ricostruito un pezzo di storia dimenticata o semplicemente sconosciuta che, passando dal nostro paese, fu la salvezza per centinaia di persone.
Questa storia scoperta per caso, durante quest’anno è diventata un progetto scolastico, seguito dalla III D della Scuola Media Marco d’Oggiono, con la sua insegnante Prof.ssa Laura Veltre.
L’idea, maturata all’inizio dell’anno scolastico, di andare noi a trovare a casa sua, a Zanè (Vicenza), la signora Martini, che oggi ha ottantotto anni e per motivi di salute purtroppo sarebbe stata impossibilitata a ritornare a Oggiono, si è concretizzata sabato 22 marzo, grazie alla collaborazione con la Biblioteca di Oggiono, il Comune di Oggiono, che ha donato il viaggio e il Comune di Zanè, che ci ha ospitato.
Partenza alle 6:30 e arrivo a Zané alle ore 10. L’incontro con la signora Martini è avvenuto nella Sala consiliare del Comune di Zanè alla presenza del Sindaco Alberto Busin. Ad accompagnare i ragazzi della III D, oltre le insegnanti, i loro coetanei del Consiglio Comunale dei ragazzi, il Sindaco di Oggiono, Paolo Roberto Ferrari, l’Assessore Giuseppina Gerosa, le responsabili della Biblioteca di Oggiono e alcuni rappresentanti dell’Associazione Università del Monte di Brianza.
La signora Martini, nonostante i problemi di deambulazione, ha dimostrato una notevole lucidità di esposizione, parlando della sua storia per circa un’ora. Un racconto fatto a voce bassa ma ferma, con qualche momento di commozione. Significativi l’attenzione e il silenzio rispettoso con cui i ragazzi hanno seguito le sue parole, comprendendo bene di essere di fronte alla testimone diretta di un pezzo di storia che non bisogna dimenticare.
“Oggi, a distanza di tempo, mi rendo conto che quanto è accaduto in modo così osceno, inumano, spesso indicibile, ha un senso: quello della memoria per il futuro, ricordare per i posteri, fiduciosi che la memoria possa fungere da limite, affinché quanto avvenuto con vergogna dell’umanità tutta non abbia a ripetersi”.
Il resto della giornata è stata una tipica gita scolastica, con visita guidata al Castello di Thiene e al Museo degli Alpini di Bassano del Grappa. Per questa parte di viaggio rimarranno le foto ricordo, per la mattina a Zanè rimarrà indelebile nel cuore di tutti l’aver conosciuto una donna che ci ha dato un grande esempio di solidarietà e gratuità.
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