Domenica 10 Febbraio 2013- 49° Carnevale di Oggiono

Siamo di parte, perciò un applauso a tutti i carri allegorici e a tutti i gruppi partecipanti del 49° Carnevale Oggionese ma... "Chi cerca la PIMPA trova un tesoro" (Oratori della Comunità pastorale S. Giovanni Battista-Annone, Ello, Imberido, Oggiono). BRAVI!!!
La Pimpa-Carnevale di Oggiono 2013
La Pimpa-Carnevale di Oggiono 2013
Carnevale Oggiono 2013
La Pimpa-Carnevale Oggiono 2013


Carnevale 2013.”Chi cerca la Pimpa trova un tesoro”
Un altro carnevale è archiviato. Con questo sono 49 i carnevali oggionesi, nati dalla fantasia e dalla bravura dell’indimenticabile “Dumenech bidel” (Domenico Aldeghi) e arrivati ad oggi grazie all’organizzazione, costanza e professionalità della Pro Loco di Oggiono.
Un carnevale storico nella nostra zona come storico si può considerare il gruppo dell’Oratorio di Oggiono, ora con tutti gli Oratori della Comunità pastorale Giovanni Battista, che tutti gli anni da decenni porta alla sfilata un suo carro allegorico.
Ma come nasce un carro di carnevale? Vi racconto come abbiamo costruito la “Pimpa”.
I primi contatti fra i “costruttori” avvengono nel periodo natalizio, anzi nel momento stesso che viene annunciato il giorno della Pasqua, perché in base a quello si calcolano i giorni che mancano al carnevale. Se la Pasqua è “alta” c’è più tempo disponibile, ma se è “bassa” come quest’anno bisogna correre.
Ognuno comincia a pensare al tema del carro e vi assicuro che la cosa non è così semplice. Non tanto per mettere d’accordo tutti, ma per il fatto che dopo trenta anni di carnevale il rischio è quello di ripetersi. L’elefante: già fatto, Garibaldi: già fatto, il dinosauro: già fatto, Ulisse: già fatto, Cenerentola: già fatto, …abbiamo fatto anche Louis Armstrong, tigri, pirati, cavalli di Troia, Balene...
La Pimpa ci mancava. Un personaggio perfetto, che tutti i bambini conoscono, due colori:bianco e rosso. Il colpo d’occhio, la macchia di colore dei bambini in costume è fondamentale per la riuscita del carro.
La riunione organizzativa prevede l’accordo sul tema e soprattutto la divisione dei compiti. Gli uomini per la costruzione del carro, le donne per i costumi.
C’è lavoro per tutti. Il carro è lungo più di 10 metri e in altezza supera i balconi delle case, ma anche i costumi non sono pochi: si prevedono più di 150 persone tra bambini e adulti.
Si parte. “Il capannone c’è?”. Si, forse, speriamo… “Il mezzo sopra il quale verrà costruito il carro di carnevale (un ex pulmino della scuola salvato dalla rottamazione) funziona ancora? L’anno scorso la frizione aveva fatto i capricci!”. Si, è partito al primo colpo, dopo un anno di inattività. Miracoli del carnevale.
Stavolta si parte davvero. Calcoliamo che abbiamo ben (o appena) 4 settimane piene prima del giorno della sfilata che è il 10 febbraio.
I primi giorni, la maggior parte della gente non capisce che cosa si stia facendo. Soprattutto i nuovi non riescono neppure ad immaginare che sopra quella struttura di ferro e plastica poi nascerà il personaggio che avevamo pensato. La struttura è importante, deve tenere ben due sfilate: quella di Oggiono e quella di Lecco, nonché il trasferimento da Oggiono a Lecco e ritorno.
Si studiano i movimenti. Anche questi sono fondamentali. In particolare per la sfilata di Oggiono dove il rischio è alto, per le vie strette, i balconi, gli alberi di viale Vittoria. “La testa si deve abbassare altrimenti i rami toccano”. “In Piazza Mercato dobbiamo stringere”. “Toglieremo le ruote come il team Ferrari”…”Ricordiamoci l’altezza, che il carro deve uscire dal capannone!”
La Comunità Pastorale è importante. Seguendo il motto che l’unione fa la forza  tutte le sere dalle nove a mezzanotte, al capannone arriva gente di Oggiono, Ello, Annone e Imberido. Diciamo in media una decina di persone tutte le sere.
Altro che Banca del tempo. Tutte le sere, dopo cena, ma soprattutto dopo una giornata di lavoro si ritrovano al capannone impiegati, operai, giardinieri, vetrai, librai che si trasformano in saldatori, “cartapestisti”, pittori.
Quando la struttura meccanica è pronta, la parte del leone la fa la cartapesta. Qui dobbiamo dire che siamo molto bravi. Quest’anno oltre alla Pimpa abbiamo voluto fare anche alcuni personaggi in cartapesta, sotto forma di testoni da portare sulle spalle. Gli amici della Pimpa: Armando, il gatto blu, il coniglio, il pinguino, il pulcino, la lumaca. Per fortuna che avevamo solo un mese di tempo altrimenti chissà cosa avremmo fatto.
Intanto che gli uomini saldano e cartapestano, le donne preparano i vestiti. Non solo quelli per i bambini, ma anche quelli per i personaggi in cartapesta. Un lavoro da professioniste.
Gli ultimi giorni sono per i pittori. Il rosso e il bianco si è sprecato. Smalto a chili ma l’effetto lucido è troppo importante, poi se per caso piove, la cartapesta tiene di più.
Infine la musica. “Hai scaricato la colonna sonora della Pimpa da internet?” “Le casse acustiche sono a posto?” “Chi abbiamo davanti in sfilata? Ti ricordi quella Banda che avevamo davanti l’anno scorso che ci chiedeva in continuazione di abbassare il volume?..”
Gli ultimi ritocchi sono la mattina stessa della domenica della sfilata. C’è sempre qualcosa da correggere. Ci si prepara come per una sfilata di moda. Gli spray lavorano a tutto spiano.
Mangiamo pane e salame su un tavolo improvvisato vicino al carro, quasi temessimo qualche disguido dell’ultimo momento.
Ci avviamo al ritrovo sul piazzale del Millepiedi. Ci hanno messi ancora una volta per ultimi. Sul piazzale ci sono altri carri. Ci guardiamo e cominciamo a confrontarci.
Arrivano i bambini vestiti da Pimpa, ma quanti sono! Siamo bellissimi.
La sfilata parte. C’è un sacco di gente. Come siete belli! La Pimpa si muove benissimo, nessun crac. Qualche problema in Piazza ma l’avevamo previsto. Cambio delle ruote. Sul Provinciale sembra di essere a Rio. Il colpo d’occhio della macchia rossa e bianca dei bambini è notevole. Anche questo era previsto.
Ritorniamo in paese fino al palco della giuria. Siamo stanchissimi ma molto felici.
Per la giuria siamo terzi. Non importa.
Sappiamo di aver dato il massimo, di aver passato un mese incredibile in compagnia. Sono nate anche amicizie. Ci siamo divertiti. Soprattutto abbiamo mantenuto lo spirito del Carnevale di Dumenech che l’aveva chiamato “Il Carnevale dei Bambini”.
Adesso aspettiamo il 50° Carnevale…ma Pasqua l’anno prossimo sarà alta o bassa?

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