La Pimpa-Carnevale di Oggiono 2013 |
La Pimpa-Carnevale di Oggiono 2013 |
Carnevale Oggiono 2013 |
La Pimpa-Carnevale Oggiono 2013 |
Carnevale
2013.”Chi cerca la Pimpa
trova un tesoro”
Un
altro carnevale è archiviato. Con questo sono 49 i carnevali oggionesi, nati dalla
fantasia e dalla bravura dell’indimenticabile “Dumenech bidel” (Domenico
Aldeghi) e arrivati ad oggi grazie all’organizzazione, costanza e
professionalità della Pro Loco di Oggiono.
Un
carnevale storico nella nostra zona come storico si può considerare il gruppo
dell’Oratorio di Oggiono, ora con tutti gli Oratori della Comunità pastorale
Giovanni Battista, che tutti gli anni da decenni porta alla sfilata un suo
carro allegorico.
Ma
come nasce un carro di carnevale? Vi racconto come abbiamo costruito la “Pimpa”.
I
primi contatti fra i “costruttori” avvengono nel periodo natalizio, anzi nel
momento stesso che viene annunciato il giorno della Pasqua, perché in base a
quello si calcolano i giorni che mancano al carnevale. Se la Pasqua è “alta” c’è più
tempo disponibile, ma se è “bassa” come quest’anno bisogna correre.
Ognuno
comincia a pensare al tema del carro e vi assicuro che la cosa non è così
semplice. Non tanto per mettere d’accordo tutti, ma per il fatto che dopo
trenta anni di carnevale il rischio è quello di ripetersi. L’elefante: già
fatto, Garibaldi: già fatto, il dinosauro: già fatto, Ulisse: già fatto,
Cenerentola: già fatto, …abbiamo fatto anche Louis Armstrong, tigri, pirati,
cavalli di Troia, Balene...
La Pimpa ci mancava. Un personaggio perfetto, che tutti i
bambini conoscono, due colori:bianco e rosso. Il colpo d’occhio, la macchia di
colore dei bambini in costume è fondamentale per la riuscita del carro.
La
riunione organizzativa prevede l’accordo sul tema e soprattutto la divisione
dei compiti. Gli uomini per la costruzione del carro, le donne per i costumi.
C’è
lavoro per tutti. Il carro è lungo più di 10 metri e in altezza
supera i balconi delle case, ma anche i costumi non sono pochi: si prevedono
più di 150 persone tra bambini e adulti.
Si
parte. “Il capannone c’è?”. Si, forse, speriamo… “Il mezzo sopra il quale verrà
costruito il carro di carnevale (un ex pulmino della scuola salvato dalla
rottamazione) funziona ancora? L’anno scorso la frizione aveva fatto i
capricci!”. Si, è partito al primo colpo, dopo un anno di inattività. Miracoli
del carnevale.
Stavolta
si parte davvero. Calcoliamo che abbiamo ben (o appena) 4 settimane piene prima
del giorno della sfilata che è il 10 febbraio.
I
primi giorni, la maggior parte della gente non capisce che cosa si stia
facendo. Soprattutto i nuovi non riescono neppure ad immaginare che sopra
quella struttura di ferro e plastica poi nascerà il personaggio che avevamo
pensato. La struttura è importante, deve tenere ben due sfilate: quella di
Oggiono e quella di Lecco, nonché il trasferimento da Oggiono a Lecco e
ritorno.
Si
studiano i movimenti. Anche questi sono fondamentali. In particolare per la
sfilata di Oggiono dove il rischio è alto, per le vie strette, i balconi, gli
alberi di viale Vittoria. “La testa si deve abbassare altrimenti i rami
toccano”. “In Piazza Mercato dobbiamo stringere”. “Toglieremo le ruote come il team
Ferrari”…”Ricordiamoci l’altezza, che il carro deve uscire dal capannone!”
La
Comunità Pastorale è
importante. Seguendo il motto che l’unione fa la forza tutte le sere dalle nove a mezzanotte, al
capannone arriva gente di Oggiono, Ello, Annone e Imberido. Diciamo in media una
decina di persone tutte le sere.
Altro
che Banca del tempo. Tutte le sere, dopo cena, ma soprattutto dopo una giornata
di lavoro si ritrovano al capannone impiegati, operai, giardinieri, vetrai,
librai che si trasformano in saldatori, “cartapestisti”, pittori.
Quando
la struttura meccanica è pronta, la parte del leone la fa la cartapesta. Qui
dobbiamo dire che siamo molto bravi. Quest’anno oltre alla Pimpa abbiamo voluto
fare anche alcuni personaggi in cartapesta, sotto forma di testoni da portare
sulle spalle. Gli amici della Pimpa: Armando, il gatto blu, il coniglio, il
pinguino, il pulcino, la lumaca. Per fortuna che avevamo solo un mese di tempo
altrimenti chissà cosa avremmo fatto.
Intanto
che gli uomini saldano e cartapestano, le donne preparano i vestiti. Non solo
quelli per i bambini, ma anche quelli per i personaggi in cartapesta. Un lavoro
da professioniste.
Gli
ultimi giorni sono per i pittori. Il rosso e il bianco si è sprecato. Smalto a
chili ma l’effetto lucido è troppo importante, poi se per caso piove, la
cartapesta tiene di più.
Infine
la musica. “Hai scaricato la colonna sonora della Pimpa da internet?” “Le casse
acustiche sono a posto?” “Chi abbiamo davanti in sfilata? Ti ricordi quella
Banda che avevamo davanti l’anno scorso che ci chiedeva in continuazione di
abbassare il volume?..”
Gli
ultimi ritocchi sono la mattina stessa della domenica della sfilata. C’è sempre
qualcosa da correggere. Ci si prepara come per una sfilata di moda. Gli spray
lavorano a tutto spiano.
Mangiamo
pane e salame su un tavolo improvvisato vicino al carro, quasi temessimo
qualche disguido dell’ultimo momento.
Ci
avviamo al ritrovo sul piazzale del Millepiedi. Ci hanno messi ancora una volta
per ultimi. Sul piazzale ci sono altri carri. Ci guardiamo e cominciamo a
confrontarci.
Arrivano
i bambini vestiti da Pimpa, ma quanti sono! Siamo bellissimi.
La
sfilata parte. C’è un sacco di gente. Come siete belli! La Pimpa si muove benissimo,
nessun crac. Qualche problema in Piazza ma l’avevamo previsto. Cambio delle
ruote. Sul Provinciale sembra di essere a Rio. Il colpo d’occhio della macchia
rossa e bianca dei bambini è notevole. Anche questo era previsto.
Ritorniamo
in paese fino al palco della giuria. Siamo stanchissimi ma molto felici.
Per
la giuria siamo terzi. Non importa.
Sappiamo
di aver dato il massimo, di aver passato un mese incredibile in compagnia. Sono
nate anche amicizie. Ci siamo divertiti. Soprattutto abbiamo mantenuto lo
spirito del Carnevale di Dumenech che l’aveva chiamato “Il Carnevale dei
Bambini”.
Adesso
aspettiamo il 50° Carnevale…ma Pasqua l’anno prossimo sarà alta o bassa?
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