Novembre 2013 - Mostra di Pittura di Ofelia e Veronica Dell'Oro - SABATO 9 NOVEMBRE lettura animata RIDI COL LUPO




OFELIA e VERONICA DELL'ORO
Siamo due sorelle di Lecco, viviamo a Valmadrera dove tra una puntatina a scuola a prendere i figli, (ne abbiamo cinque in due) e una giratina all’arrosto troviamo anche il tempo di dipingere quadri, stoffa e vetro, partecipare a mostre e concorsi, restaurare statue, creare oggetti di bigiotteria  e molto altro ancora.
Abbiamo partecipato ai seguenti premi letterari:
 
2010 Concorso "Montessori"
2011 Concorso "I Mondi del fantasy"
2011 Concorso "Emozioni in bianco e nero"
2011 Progetto letterario Alga
2011 Premio "Il battello a vapore" edizione 2011 
2011 Concorso "Montessori"
2011 Concorso "Io racconto 2011" FINALISTE
2011 Concorso Bondeko "Per non dimenticare"
2011 Premio Letterario Ibiskos 2011" Racc.Breve
2011 Concorso "Parole di carta"
2011 Concorso “Pallidamente 2011”
2011 Concorso “La stanza della Duchessa”
2012 Concorso "Emozioni in bianco e nero"
2012 Concorso "Una parola al giorno"
2012 Concorso “Sussurri dal cuore… e dalle tenebre”
2012 Concorso “Impronte d’amore”
2012 Concorso “Un racconto in mostra”
2012 Concorso "Favole Fatate" Casa Editrice Le gemme  
2013 Concorso "Uno,nessuno e centomila autori"
2013 Concorso "Una Parola Al giorno"
2013 Concorso "La fiaba di Selvino"
2013 Concorso “I dieci anni del Ciliegio”
2013 Concorso “Il mondo in fiaba”


INVITO per fiaba animata
 FIABA ANIMATA "RIDI COL LUPO" - SABATO 9 Novembre ore 16

Momenti della fiaba animata










Abbiamo scritto e illustrato a quattro mani i libri per bambini “Ridi col lupo” pubblicato nell’anno 2010 e “Un arcobaleno di Angeli” pubblicato nell’anno 2012 edizioni “Il ciliegio”
Abbiamo vinto il concorso “Scrivere per ragazzi” Dino Audino Editore al quale a fatto seguito nel 2013 la pubblicazione del libro “Ora ti leggo una storia” che raccoglie gli undici racconti vincitori.
Inoltre abbiamo partecipato nel 2011 e nel 2013 al concorso “Tocca a te” editoria tattile in braille per bambini ciechi e ipovedenti. 


Giovedì 24 Ottobre 2013 - Università all'Università


UNIVERSITà all’Università
Non è cosa di tutti i giorni viaggiare sul “Besanino” accompagnati da un coro in costume brianzolo e dai firlinfeu. E’ quello che è capitato agli studenti e ai pendolari diretti a Milano giovedì 24 ottobre.
L’invito rivolto dal Prof. Pier Andrea Tosetto dell’Università Statale Bicocca di Milano all’Associazione culturale Università del Monte di Brianza di Oggiono, in collaborazione con i gruppi musicali: il coro folk La Campagnola di Olgiate Molgora e i firlinfeu Promessi Sposi di Oggiono, per essere i “docenti” di una lezione agli studenti futuri operatori turistici, aveva messo tutti in agitazione. I giorni precedenti l’evento, fissato proprio giovedì 24 ottobre alle ore 15 presso l’aula 02 dell’edificio U della Bicocca, non passavano mai e i cuori, al pensiero, fibrillavano.
Tema della lezione: “Le tradizioni culturali del passato in Alta Brianza, una ricerca continua delle antiche suggestioni legate non solo ai canti d’amore, di lavoro e di allegria ma anche ai suoni dell’antichissimo
Flauto di Pan, il Firlinfeu, ed ai costumi festivi dei contadini brianzoli intorno ai primi decenni del 1700”.
Ci sentivamo pronti perché non dovevamo improvvisare niente. La “lezione” era già stata collaudata in una delle serate dedicate alla donna brianzola, a maggio, a Oggiono e in una successiva a Olgiate Molgora. La preoccupazione veniva per il luogo, l’Università e soprattutto per il tipo di pubblico, studenti e insegnanti.
Piacerà? Capiranno? Tutta la storia e le canzoni sono espresse in dialetto brianzolo. I dubbi in ogni caso erano superati dall’entusiasmo per quella straordinaria esperienza.
La scelta del treno come mezzo di trasporto e l’utilizzo del costume non è stata casuale: ci incuriosiva la reazione della gente. Eravamo però certi che, se il nostro passato come conoscenza, può servire per il futuro dei giovani e per una crescita turistica del nostro territorio, non si capisce perché in alcune occasioni non si debbano utilizzare tali strategie. Non è una carnevalata.
Osserviamo con che dignità le donne giapponesi nella modernissima Tokio portano il Kimono, senza disdegnare la minigonna, oppure a Monaco di Baviera o nel nostro Tirolo, capita spesso di vedere uomini e donne nel loro caratteristico costume.
Pure noi brianzoli dobbiamo imparare ad essere orgogliosi di mostrare in punnlico la nostra tradizione attraverso il nostro abito.
Il ritrovo era alla stazione ferroviaria di Oggiono alle ore 13, proprio nell’orario dell’uscita degli studenti dall’Istituto Bachelet che, terminate le lezioni, si accalcavano sulla banchina, in attesa del treno che li riportasse a casa.
Immediato lo stupore e la curiosità.
In seguito i sorrisi, belli, aperti, interrogativi e poi una moltitudine di scatti fotografici con i cellulari, con iPod e quant’altro mette a disposizione la tecnologia, immortalavano la “strana” comitiva.
L’arrivo alla stazione di Milano Greco-Pirelli ha avuto lo stesso effetto della partenza da Oggiono.
Naturalmente più gente, molti studenti universitari, un entusiasmo moltiplicato.
L’Università Bicocca è molto vicina alla stazione. Anche qui siamo stati oggetto di centinaia di scatti fotografici.
Ci accorgiamo sempre di più che stiamo passando dall’era della parola a quella dell’immagine.
Certo che questo gruppo di brianzoli vestiti come contadini in un giorno di festa accompagnati da strumenti in canne di bambù, fanno una bella scena passando sotto i palazzoni dei centri direzionali delle grandi aziende di Milano.
Prima di entrare in Bicocca, foto di gruppo: anche noi vogliamo immortalare il momento.
Un bidello, bisognerebbe dire collaboratore scolastico, ci accompagna all’aula dove si terrà la lezione. Per noi che entriamo per la prima volta in Bicocca, l’impressione è quella di un labirinto. Corridoi, aule, zone studio, cortili.
Alcuni studenti stanno studiando. Alzano gli occhi dai libri, sorridono, ci salutano. Altri passano in gruppo. Non c’è indifferenza, notiamo curiosità e cordialità. Quasi tutti mettono mano al cellulare. Alcuni bidelli si fanno fotografare con i firlinfeu.
Arriviamo finalmente all’aula 02.
E’ già piena di studenti e il prof. Tosetto sta tenendo la sua lezione. Ci stanno aspettando. Non appena entriamo scatta l’applauso.
L’aula ha il classico soffitto alto caratteristico dell’architettura post-industriale. Ci dicono che l’acustica è buona.
Il maestro del coro La Campagnola, Valter Sala, è soddisfatto e prepara i due gruppi musicali per l’ingresso.
Viene piazzata una telecamera per filmare l’evento. Alcuni fotografi professionisti si posizionano in fondo all’aula, dietro gli studenti che sono tutti seduti, attenti.
Il prof. Tosetto introduce la lezione, seguito dal Presidente dell’Associazione Università del Monte di Brianza Giandomenico Corti e da una riflessione sulla “Brianzolinità” di Paola Panzeri, poi la lezione-spettacolo vera e propria ha inizio.
Entrano le donne in costume ritmando la musica dei firlinfeu con i propri zoccoli, seguiti dal coro.
La lezione, in effetti è una storia, recitata e cantata. Il tema riguarda la donna: la donna brianzola dal ‘700 agli anni cinquanta del secolo scorso.
Tematica  alquanto complessa, perché non si parla di una donna speciale, di un personaggio famoso, ma  della donna di tutti i giorni. La donna brianzola di cento, duecento anni fa, le nostre nonne, le nostre bisnonne.
La quotidianità della donna l’abbiamo ritrovata soprattutto nei detti, nei proverbi dialettali, spesso tramandati oralmente e sottolineata nei canti che erano l’espressione della festa o della triste condizione nei luoghi di lavoro.
E’ proprio attraverso il loro contenuto, accompagnato dalle note della  musica, fatta con strumenti semplici, naturali  come le canne dei firlinfeu (o fregamuson), che possiamo immaginare situazioni, momenti di vita, di  lavoro e persino l’amore.
I veri interpreti sono stati i tre giovani attori Elena Molatore, Laura Scigliano, Edoardo Marzi e la voce narrante Paola Panzeri. Bravissimi i due gruppi musicali “La Campagnola” di Olgiate Molgora e i Firlinfeu “Promessi Sposi” di Oggiono.
Gli studenti erano attentissimi e molto interessati, anche se talvolta si è dovuto tradurre dal nostro dialetto in italiano.
Alla fine applausi per tutti ed assaggio dei “cavigion” i tipici dolci di Sirone che i giovani di allora usavano regalare alle ragazze con cui si volevano fidanzare.
Dopo alcune domande dei ragazzi in particolare sullo strumento suonato dai firlinfeun la lezione è terminata.
Alle 17 il gruppo era alla stazione di Greco-Pirelli, pronto per il ritorno a Oggiono.
La tensione era completamente svanita lasciando il posto alla soddisfazione per un’esperienza riuscita bene e da mettere nell’album dei ricordi.
Il viaggio di ritorno in treno è stato all’insegna del canto e della musica. I passeggeri, perlopiù studenti e pendolari, dopo un primo momento di incertezza, si sono sciolti, hanno liberato l’imbarazzo, accompagnando i canti con scroscianti applausi. I ragazzi facevano foto, alcuni postavano direttamente le immagini in face book. Tutti, man mano che arrivavano alla loro destinazione, prima di scendere si complimentavano e ringraziavano per quel viaggio musicale fuori dall’ordinario.
Arrivati a Oggiono eravamo tutti felici e soprattutto consapevoli di aver fatto bella figura.
Quel che più conta è che questa esperienza ci ha fatto capire ancora una volta l’importanza della bella e sana collaborazione: infatti quando ci si mette insieme, si lavora insieme, si ottengono buoni risultati e ci si sente persino felici.















La terra fortunata e felice
di Paola Panzeri

 Questa terra felice è  pure denominata Breanza, da ‘bre’ che significa fortunato.
La Brianza, fuori dall’ironia, è terra dai confini non definiti, conchiusa dalla cerchia di monti alle spalle ed aperta alla pianura di fronte, che trapassa, senza strappi, nella non-Brianza, per cui diresti che essa è qui, ma anche là.

Ma è la BRIANZOLINITA’ la forza che  distingue ; quella particolare dimensione umana dei suoi abitatori,  quell’ insieme di caratteri e tratti, che diresti propri di qui, tipici, che, però, a ben guardare, rinvieni anche altrove. Ma non così decisi.
Terra di forti contrasti; terra ricca per taluni versi e povera per altri, dagli uomini laboriosi, riservati e restii ad aprirsi, difficili da comprendere, che sfuggono,, che non si lasciano imbrigliare, a donne estroverse e forti che sanno farsi rispettare.
Terra di fame  antica e di pellagra, a dispetto della laboriosità degli abitanti, della produttività della terra e della giustizia sociale, ad esclusivo vantaggio dell’avidità di pochi.
Terra di migrazione interna, ove a più riprese, sono giunti, ad ondate, Veneti e Meridionali, mossi da una miseria disperata e da disperante speranza.
Terra di migrazione dall’esterno: il retore Agostino – poi Vescovo di Ippona - è stato forse in primo extracomunitario.  La spinta, sempre quella: miseria e speranza.
Terra di cultura  ibrida – parlate ed espressioni idiomatiche locali sostituite da altre: alimentare - la minestra sostituita dalla pastasciutta, la cozzoeula ,dall’agnello, la laciada dal tiramusù - .
Terra, talvolta, di fuga. Parini , Gadda e Segantini ad esempio, per quanto fughe diverse.
Terra di agricoltura, ove il contadino accarezzava i propri campi, pettinava i propri prati e ramazzava i boschi,
Terra di industria, ove si esprime la intraprendenza e la laboriosità del Brianzolo,
Terra di uomini sodi e pratici, non inclini a sognare per sognare, ma a sognare per dare concretezza a pratici sogni.  Tanto belli da giovani, nella realizzazione pratica dei loro sogni, sfioriscono ed invecchiano precocemente.
Terra di donne, che, oggi, non hanno nostalgia alcuna della sperada d’un tempo, esorcizzano gli zoccoli con i tacchi e l’odore dello stallatico con il profumo alla moda. La sutana con la minigonna,
Terra di bambini di nome  Amed, Besmir, Ciro, Carlo, …,  tutti gioiosi, anzi, li diresti felici, nuovi Brianzoli di una Brianza  nuova, che è già qui.
Si augura che ciascuno e tutti ,sappiano armonizzare il sentimento di nostalgia per un passato più o meno recente, con il sentimento di speranza per un futuro certamente altro, magari migliore.
ECCO, CIO’ A CUI ASSISTERETE, E’ UNA STORIA VERA CHE VORREBBE ESSERE ANCORA RACCONTATA…. E da voi, ragazzi di oggi, da voi uomini e donne di domani.

Pensieri, opere, sensazioni - Giovedì 24 Ottobre 2013

Copertina libro di Cornelio Molteni
Cornelio Molteni (sn) e Corrado Sottocornola (dx)

Cornelio, Corrado e Mirella Gregori Colombo

Presentazione 24 ottobre 2013

Un quadro di Mirella Gregori Colombo
“Pensieri, opere, sensazioni”
Incontro con Mirella Gregori Colombo di Eupilio, pittrice di immagini sacre con ispirazione Caravaggesca e con Cornelio Molteni, di professione inventore, nelle insolite vesti di …poeta trasgressivo.
Alcuni quadri di Mirella Gregori Colombo saranno esposti durante la serata.
Presenta Corrado Sottocornola
GIOVEDI 24 Ottobre 2013
Ore 20:45
Libreria LiberaMente – OGGIONO (LC)
Cappellina Crocifisso-Lago del Segrino

CORNELIO  

Nella sua vita ha fatto molteplici attività:
inventore, industriale, artigiano ma anche padre e poeta.

Il suo cervello è sempre attivo, pronto a sfornare progetti e soluzioni moderne ed alternative.
All'ufficio brevetti sono costretti a fare gli straordinari per poter stare al passo con la sua operosa mente.

Integra questa capacità di realizzare forme e nuove soluzioni con un animo sensibile, sempre attento alla realtà che lo circonda, sia negli aspetti più gioiosi , sia in quelli più malinconici

Sul suo viso trovi sempre un sorriso ed una battuta;
infatti alla richiesta: “descriviti con una frase” la sua risposta è stata: “ sempre in cerca di una nuova fiamma e, per questo motivo, ho comprato una scatola de zufranei….”


MIRELLA

Pittrice specializzata nella pittura di soggetti caravaggisti
Ama l’arte figurativa del 600, 800  (periodo del rinascimento)

Ha effettuato varie edicole, dipinti murali a soggetto sacro.
Sua  è  la “crocefissione di Cristo”  raffigurata  in una delle cappellette sul lago del Segrino

Mostra fotografica "GIAPPONE"di Alessio PERBONI - 16_31 OTTOBRE 2013






 "GIAPPONE"
Una mostra fotografica sarà allestita negli spazi di LiberaMente nel periodo dal 16 al 31 Ottobre.
Il fotografo Valmadrerese ALESSIO PERBONI presenta uno scorcio del suo "GIAPPONE".
E' una terra che Perboni ha conosciuto, per averla visitata più volte. Attraverso il suo obiettivo anche noi rimarremo affascinati da questo paese lontano: il Paese del Sol Levante.
Il Giappone ci affascina per la sua natura ma anche per le sue contraddizioni che frullano insieme quanto di più moderno ci sia al mondo con una cultura e una civiltà millenaria. I templi, i manga, Tokyo, il monte Fuji, i Giapponesi.
SABATO 19 Ottobre alle ore 17:00 avremo Alessio Perboni in Libreria LiberaMente. Potremo conoscere questo bravo fotografo, la sua tecnica fotografica e soprattutto farci raccontare le sue esperienze di viaggio, curiosità, aneddoti del Paese dei Samurai.


“Sono sempre stato affascinato dalle immagini, e posso dirmi 'figlio d'arte': mia madre dipinge, mio padre è appassionato di fotografia. Proprio grazie a loro ho cominciato a usare una reflex nel 1993 ed è stato un colpo di fulmine: mi sono subito innamorato delle possibilità espressive offerte dalla fotografia. Dopo undici anni e numerosi chili di rullini di diapositive sono approdato al digitale, che mi ha aperto un mondo nuovo, ancor più stimolante del primo.



Amo tutti i generi di fotografia ma sono particolarmente orientato a reportage.

Tre anni fa mi sono recato per la prima volta in Giappone: fin da bambino ho sognato di visitare il Paese che ho imparato a conoscere attraverso anime e manga e così, con un paio di amici, ho passato 10 giorni tra Tokyo, Kyoto e Nara. 

E' stato amore a prima vista! L'idea che mi ero fatto nel corso degli anni è stata ampiamente superata dalla realtà, e mi sono trovato catapultato in un mondo in cui l'accostamento di tradizioni secolari e tecnologia moderna risulta naturale ed equilibrato. Ho cercato di catturare così le emozioni che mi regalavano l'ordine e l'efficienza di Tokyo, l'educazione delle persone, l'antico di Kyoto e la quiete di Nara.

A quel primo viaggio nella primavera del 2010 ne sono seguiti altri tre negli anni seguenti.

Stregato dall'atmosfera magica del mercato ittico di Tsukiji, ci sono tornato ogni volta che ho potuto per catturare gesti e sguardi delle persone che vi lavorano e che sopportano rispettosamente la presenza dei turisti curiosi. Visitando Nikko, Kamakura, Hakone, Yokohama, Osaka e la regione del Kansai nelle diverse stagioni, ho potuto ammirare l'hanami in primavera e il foliage in autunno, ricercare i gesti quotidiani delle persone della Terra del Sol Levante e fermarmi davanti ai suoi angoli meno turistici e più autentici.

La curiosità e il desiderio di scoprire nuovi popoli e paesi non si sono esauriti con questi viaggi: conto di tornare presto a visitare altre zone del Giappone, alle quali ho già cominciato a pensare.


La mostra presso la Libreria LiberaMente di Oggiono mi consente ora di presentare attimi e scorci bloccati dall’obiettivo attento e curioso, raggruppandoli intorno alle tematiche (persone, antico e moderno, fede e natura) che mi sembrano particolarmente rappresentative di quanto ho avuto modo di incontrare e osservare, durante i miei viaggi”. 


Nato a Lecco nel gennaio del 1979, laurea in Informatica e doppio master in Strategia Aziendale e Innovazione, Alessio è consulente e docente di Innovazione e Direzione Aziendale. Nei (pochi) momenti liberi si dedica interamente alla sua grande passione, la fotografia.

Domenica 13 Ottobre 2013 - Concerto del Coro CAI di Molteno (LC)

Coro CAI Molteno 13 Ottobre 2013

Concerto Coro CAI Molteno-Ospedale di Lecco

Coro CAI Molteno


BiblioHospitalis
Associazione di volontariato per la lettura in ospedale
invita al "Caffè Letterario"


CONCERTO
CORO CAI di Molteno (LC)
Diretto da IONE STEFANELLI

REPERTORIO

CANTI di Montagna

CANTI Folkloristici

Hall dell’Ospedale MANZONI di LECCO

Domenica 13 Ottobre ore 16:30

INGRESSO LIBERO