I misteri di Andrea Appiani, pittore di Napoleone Bonaparte



Ritratto di Napoleone - Andrea Appiani

Sposalizio della Vergine (1790) di Andrea Appiani (1754-1817)
I misteri dell’Appiani

“Carneade! Chi era costui?”. Potremmo utilizzare le stesse parole ruminate da don Abbondio all’inizio dell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi per dare un’identità al pittore Giovanni Andrea Melchiorre Appiani, per i conoscitori della storia dell’Arte, semplicemente Andrea Appiani.
La diffusione di quel cognome e del nome, erano e sono molto comuni nel nostro paese e nei dintorni. In effetti le radici della famiglia di Andrea Appiani sono di Bosisio Parini, paese nel quale il nonno messer Francesco possedeva 30 lotti di terreno agricolo, una casa padronale circondata da un grande parco e alcune “case da massaro” date in affitto.
Per anni il luogo di nascita di Andrea Appiani è stato motivo di controversie. Bosisio Parini, che già diede i natali al sommo poeta Giuseppe Parini, contese per parecchio tempo a Milano, dove i genitori si erano trasferiti, l’ambito onore.  Ma carta canta. I documenti della chiesa di S. Carpoforo in Porta Comasina a Milano riportano che lì venne battezzato il 31 maggio 1754. La stranezza sta nel fatto che il futuro artista nacque il 23 maggio 1754. La normalità del tempo prevedeva il battesimo nello stesso giorno della nascita o il seguente. Si nota subito che fra la data di nascita e quella dell’atto di battesimo intercorrono ben otto giorni. Infatti, l’essere battezzati in una grande città come Milano, capitale del ducato lombardo, dava maggiori diritti e opportunità di lavoro rispetto a chi nasceva nel contado. Lasciamo quindi questo mistero irrisolto e a Bosisio Parini e alla Brianza l’illusione di ciò che poteva essere stato… ma non fu.
La personalità  dell’ Appiani, innovativa e brillante, si è espressa in maniera variegata: dall’invenzione di cicli d’affreschi alle scenografie teatrali, dall’allestimento di apparati effimeri per feste e cerimonie ai progetti di medaglie, dalla splendida ritrattistica al disegno, in cui si rivela un genio assoluto. Perché allora il suo nome non è poi così noto? «Celebrato dai contemporanei, amato da Napoleone, Appiani non è stato adeguatamente studiato dalla storiografia recente per una principale ragione: la maggior parte delle sue opere a fresco è andata perduta. In primis la grandiosa decorazione dei saloni di Palazzo Reale, con la serie di pannelli a grisaille dei “Fasti napoleonici”, distrutta dalle bombe nell’agosto del 1943», spiega Francesco Leone nel libro “Andrea Appiani pittore di Napoleone” edito da Skira.
Si nota, io  sottolineo, che essendo un artista legato al “potere”, ne seguì purtroppo le sorti.
La data di svolta anche dal punto di vista artistico fu il 1796. Fino ad allora Andrea Appiani, già pittore di spicco e ambito dalla committenza nobile e delle ricche famiglie milanesi, si era distinto nella qualità di “frescante”. Il 15 maggio 1796 Napoleone entrava in Milano con la sua armata francese mentre gli austriaci, battuti si ritiravano verso est. Ebbene: “Giunti i francesi l’Appiani nel triennio non lavorò che ad olio e per lo più ritratti (ne fece più di cento), e niente a fresco. Lavorò a dodici ritratti in tavola cominciando da Bonaparte generale e ne fece in vari tempi oltre venti…”
Lavorare per l’imperatore francese fu la sua fortuna e naturalmente, alla caduta di questi, anche la sua decadenza, ma quei pochi anni furono sufficienti per essere nominato “premier peintre” di corte, nonché commissario direttore della neonata Pinacoteca di Brera. Insomma, un curriculum di tutto rispetto che lo annoverò fra i testimoni artistici del periodo compreso fra l’Illuminismo e le vicende napoleoniche, insomma uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo lombardo e italiano.
Ora ci si chiederà: perché tanto interesse per questo pittore?
I motivi sono almeno due. Il primo perché quest’anno ricorre il bicentenario della morte, avvenuta il mese di novembre 1817. Naturalmente il nostro artista non poteva lasciare la lacrimata terra senza qualche misteriosa controversia. Sembra infatti, che nel libro degli atti di morte della parrocchia S. Maria della Passione di Milano sia registrato che la dipartita avvenne il giorno 8 novembre 1817. Non si capisce allora il grossolano errore riportato sulla lapide che ornava la tomba nel famedio di Porta Orientale che invece citava il 6 novembre 1817. Errore dello scultore? Un altro mistero…
Il secondo motivo, ben più importante è… lo “Sposalizio”.  Fra tante opere perse, Oggiono possiede una delle opere a soggetto sacro più importanti di Andrea Appiani del periodo antecedente la venuta di Napoleone Bonaparte. L’affresco si trova nella prepositurale Sant’Eufemia.
Esattamente nella prima cappella a destra dell’ingresso principale. Il titolo è “Lo sposalizio della Vergine”. Opera firmata Andreas fecit anno 1790.
Otto figure compongono lo Sposalizio di Maria Vergine dipinto a fresco dall’Appiani nella sua Cappella d’Oggiono posta nella chiesa maggiore a destra entrando: 2 figure a destra di Giuseppe il Sacerdote la Vergine, e 3 figure dopo Lei magistralmente disposti e d’intera figura…(Reina)
Il mistero sta nella committenza. È la famiglia Appiani che commissiona il lavoro per la Cappella di famiglia, come ci sembra di capire dalle parole del biografo Reina? A questo punto ci chiediamo che legame avesse la famiglia Appiani con Oggiono. Naturalmente è tutto da scoprire.
L’associazione culturale Università del Monte di Brianza ha proposto e commissionato, grazie al sostegno finanziario di privati, e la collaborazione del Gruppo Archeologico, il restauro-recupero dello “Sposalizio”alle restauratrici Elisa Figus e Annalisa Bonfanti. I lavori hanno preso il via a metà del mese di marzo.
E chissà se, durante il restauro, non vengano svelati alcuni misteri dell’Appiani.
La riqualificazione dell’opera è lo spunto per una serie di iniziative atte alla conoscenza dell’opera stessa e dell’Artista. Le iniziative che partiranno dalla Pinacoteca di Brera “giocano” sul titolo dell’opera restaurata: “Lo Sposalizio della Vergine” e sono quindi incentrate sul matrimonio.

PROGRAMMA INIZIATIVE

GIOVEDI 6 Aprile  ore 21
Presso Aula Magna Scuola Secondaria di 1° grado “Marco d’Oggiono” di Oggiono.
I MATRIMONI NELL’ARTE - Dal Perugino all’Appiani a cura del dott. Giovanni Morale coordinatore Gallerie d’Italia.

ALLESTIMENTO mostra dei lavori dei ragazzi delle terze della”Scuola secondaria di 1° grado” di Oggiono, incentrata sul Neoclassicismo lombardo e relativamente sulla figura di Andrea Appiani. La mostra sarà allestita presso la Sala della Comunità Pastorale S. Giovanni Battista (Oggiono) e sarà aperta il giorno DOMENICA 7 Maggio.  La mostra successivamente sarà visitabile di domenica per tutto l’anno 2017   (modalità da concordare ).
Nei negozi che lo desidereranno, saranno distribuiti confetti.

DOMENICA 7 Maggio 2017 ore 17.
Inaugurazione dell’opera restaurata. Luogo: Chiesa prepositurale Sant’Eufemia di Oggiono.
La popolazione sarà “invitata” ad una sorta di matrimonio: “Lo sposalizio della Vergine”.
Corteo nuziale che si snoderà per le vie cittadine con richiami bandistici.
Visite guidate. Formazione di gruppi accompagnati da guide che spiegheranno l’Opera e la figura di Andrea Appiani. Accanto alle guide ufficiali, saranno presenti le giovani guide della scuola che hanno    approfondito lo studio su Appiani, coordinate, grazie alla collaborazione della  dirigente scolastica, dalla prof.ssa Santina Bertè, che ha seguito con professionalità e creatività  lo svolgimento del lavoro artistico.


Prevista,  con data da programmare, serata in cui si illustrerà l’intervento tecnico-artistico delle due restauratrici con una proiezione fotografica reportage del lavoro eseguito.

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