Il re che verrà - Nuovo libro di Giovanni Corti



Cari amici.
Tutto ciò che leggerete non è pubblicità occulta, ma mirata e molto, molto personale.
Vi comunico l’uscita del mio terzo libro:
Il re che verrà (ed. IL CILIEGIO)
Il libro che si trova in anteprima in LiberaMente sarà distribuito in tutte le librerie a partire dal giorno 20 aprile 2017.

Febbraio 1955. Il corpo di uno sconosciuto, assassinato, viene ritrovato sulla riva di un lago della Brianza. Il maresciallo Fontana, comandante della stazione locale dei carabinieri dovrà dipanare una matassa molto intricata per giungere alla soluzione del caso perché l’omicidio è solo la sfaccettatura di una storia più complessa, che affonda le radici nel tempo dei tempi. I protagonisti sono custodi di un segreto, tramandato da generazioni e che solo il re che verrà è in grado di decifrare. Si tratta del luogo dove è stato nascosto il tesoro di Brenno e con esso i misteri sapienziali dell’antico popolo celtico.
Questo romanzo, frutto di fantasia, ha i contorni della storia vera. Ho cominciato a pensarci dopo aver riportato alla luce avvenimenti successi dopo l’Armistizio del 1943 e che vide Oggiono, con altri paesi di questo territorio, crocevia, o meglio “porto” di partenza per l’espatrio clandestino di centinaia di prigionieri anglo americani ed ebrei verso la Svizzera. Provenivano in maggioranza dal Veneto, per la precisione dai campi di concentramento della provincia di Padova.
In particolare, la mia storia si rifà alla testimonianza della signora Carla Liliana Martini, allora diciassettenne che a Padova, con tutta la famiglia, partecipò come accompagnatrice a molti viaggi e contribuì alla salvezza di molti fuggitivi. Posso dire che Liliana ha ispirato il personaggio di Luisa. Ci sono molte cose vere, compresa la sua deportazione a Mauthausen.
Per quanto riguarda la storia che si svolge in epoca romana ho giocato sul fatto che dopo il sacco di Roma (a.C. 390), perpetrato dal leggendario capo dei Galli Senoni, Brenno, di cui è celebre la frase “Guai ai vinti” (Vae Victis), il famoso tesoro della città scomparve. Secondo la tradizione romana venne subito recuperato da Marco Furio Camillo. Il condottiero romano inseguì il nemico oltre i confini di Roma fino nel Nord Italia dove  Brenno fu costretto a rifugiarsi. Molti storici ritengono che tutta questa leggenda dell’intervento di Furio Camillo, sia stata elaborata molto tempo dopo il sacco di Brenno per esaltare la grandezza della città. Ci è piaciuto quindi pensare che il tesoro sia stato nascosto e mai ritrovato.
Chissà, leggendo attentamente, potreste scoprire dove si trovi. Io credo che il tesoro potrebbe essere ancora lì, al suo posto, basterà solo andarlo a cercare.

Nessun commento: