Relazione tecnica Restauro conservativo Lo Sposalizio della Vergine(1790) di Andrea Appiani



Restauro conservativo del dipinto murale dello Sposalizio della vergine di Andrea Appiani (1790) – Chiesa di Sant’Eufemia, Oggiono (LC)
Dott.ssa Annalisa Bonfanti – Dott.ssa Anna Figus _ Restauro e conservazione di opere d’arte

Descrizione e tecnica esecutiva del dipinto
L’opera raffigura il tradizionale tema dello Sposalizio della Vergine, immerso in uno scenario neoclassico. I personaggi raffigurati sono caratterizzati da una semplice, ma efficace naturalezza che conferisce molto realismo alla scena. In primo piano, sopra un gradino caratterizzato da una pavimentazione lastricata sono dipinti maria a destra( in veste rossa e manto blu) e Giuseppe a sinistra mentre si scambiano le promesse tenendosi la mano destra. Al centro c’è la figura del Sacerdote che, in abiti religiosi, officia lo sposalizio.
Particolare è il drappo della veste del Sacerdote, al di sotto delle mani giunte di Maria e Giuseppe, che riporta dei segni, apparentemente delle lettere che formano una scritta.
Dietro questa figura cinque altri personaggi, quattro maschili e uno femminile, assistono la celebrazione; solo uno di loro, il secondo a partire da sinistra guarda l’osservatore.
Gli sguardi assorti e le espressioni concentrate dei volti dei personaggi trasmettono e fanno assumere all’osservatore un atteggiamento raccolto e di devozione.

Il dipinto è stato realizzato con una base ad affresco stesa su un intonaco con granulometria dell’inerte piuttosto grossolana (Ø 1mm), su cui sono state stese campiture e rifiniture a secco dove è chiaramente visibile la pennellata del pittore. Grazie ad un’indagine della superficie a luce radente è stato possibile definire la presenza di quattro unità di lavoro (giornate). L’artista ha creato successivamente la composizione e le forme dei personaggi tramite incisioni sull’intonaco fresco. Le campiture di base sono state realizzate ad affresco, impiegando principalmente pigmenti inorganici (terre). Sono stati poi realizzati i dettagli a tempera (con legante organico).

Stato di conservazione
Il dipinto murale presentava una patina di deposito incoerente e parzialmente coerente che ingrigiva ed offuscava le forme ed i colori originali. Le cause del fenomeno erano riconducibili al normale deposito di pulviscolo atmosferico, trasportate sulla superficie tramite deposizione gravitazionale e correnti d’aria (dovute al portone d’ingresso adiacente alla Cappella). Inoltre, sotto il dipinto erano presenti delle candele di cera che causavano il deposito di nerofumo sulla superficie, contribuendo alla formazione della patina più coerente che offusca la pellicola pittorica. Ad un’osservazione ravvicinata della superficie è stata riscontrata la presenza di uno strato lucido imbrunito, probabilmente steso sul film pittorico, ma che attualmente è stato ritrovato in tracce, soprattutto fra le irregolarità dell’intonaco. La presenza di questo strato potrebbe ricondursi ad un fissativo/protettivo applicato durante pregressi interventi di restauro.
La pellicola pittorica mostrava piccole aree abrase, senza più la presenza della campitura cromatica. Sono stati riscontrati due graffi, all’altezza dello sfondo della scena, di origine antropica. Ad un esame ravvicinato del supporto, tramite noccatura manuale, è stata evidenziata la presenza di distacchi di lieve entità del supporto. Questi non sono caratterizzati né da rigonfiamenti superficiali, né da fessurazioni.

Intervento di restauro
Il restauro conservativo del dipinto murale dello Sposalizio della Vergine di Andrea Appiani ha avuto come scopo la conservazione dello stato attuale della superficie, tramite una leggera pulitura per recuperare i colori e le forme che si mostravano offuscate dai depositi superficiali.
Ogni fase è stata preliminarmente preceduta da test ed accordata con la Direzione Lavori e la Soprintendenza.
  • La pulitura della superficie si è divisa in due fasi differenti. La rimozione dei depositi incoerenti (polvere, sporco, ragnatele ecc.) è stata effettuata meccanicamente a secco. Per la rimozione dei depositi più coerenti sono state utilizzate delle spugnette Wishab di diversa durezza. In corrispondenza di quelle campiture che si mostravano ancora ingrigite ed, in seguito ai test per la verifica della resistenza dei pigmenti, è stata effettuata una pulitura acquosa utilizzando tamponcini di cotone imbevuti di acqua ed un tensioattivo non ionico. Grazie a questa operazione è stato possibile rimuovere anche in parte la pellicola di fissativo che si presentava ormai disgregata e poco coesa alla superficie.
  • Per ridurre l’interferenza visiva dei graffi di natura antropica riscontrati sulla superficie, come ultima operazione si è intervenuti con il ritocco pittorico degli stessi, ad acquarello per mantenere la reversibilità dell’intervento ed il rispetto dei materiali originali.

Indagini diagnostiche non invasive
L’intervento di restauro è stato preceduto da un progetto diagnostico. Le indagini selezionate sono tutte di carattere non invasivo, per cui non hanno implicato prelievi distruttivi di materiale dalla superficie.
È stata realizzata una campagna fotografica in luce diffusa e radente, per migliorare la conoscenza delle superfici e per avere la documentazione preliminare dello stato di conservazione. Grazie a questa fase è stato possibile realizzare il rilievo delle incisioni effettuate dall’artista per lo studio della composizione della scena dipinta.
Sono state effettuate delle indagini termografiche delle pareti, sia esterne che interne, con lo scopo di identificare le aree in cui si ha una eventuale presenza di umidità all’interno della muratura. L’indagine non ha rilevato presenza di infiltrazioni di acqua nella parete.
È stata realizzata una campagna diagnostica con luce UV, con lo scopo di identificare la presenza di campiture cromatiche con leganti organici e differenziare i pigmenti utilizzati dall’artista, informazione importante per la messa a punto delle fasi di pulitura della decorazione murale.
Di grande importanza per l’identificazione della tipologia di pigmenti è stata l’analisi XRF portatile (x-ray fluorescence).
Infine sono state acquisite immagini tramite microscopio da cantiere (Dinolite Pro) con differenti ingrandimenti per monitorare le fasi di restauro.

Abbiamo pensato di fare cosa gradita quella di riportare integralmente la relazione tecnica delle due restauratrici,  Dott.ssa Annalisa Bonfanti e Dott.ssa Anna Figus, protagoniste della serata Storia di un restauro, che si è tenuta Venerdì 9 giugno 2017 presso la Sala della Comunità Pastorale San Giovanni Battista a Oggiono.
Non aggiungiamo nulla. L’opera restaurata è magnifica e torna vanto della nostra chiesa Prepositurale di Sant’Eufemia. È un lavoro che è partito dal basso, come spesso ho avuto modo di sottolineare e siccome penso che questo sarà l’ultimo articolo dedicato all’iniziativa, l’Associazione Università del Monte di Brianza intende perciò ringraziare tutti coloro che, oltre agli sponsor ufficiali, hanno dato una mano e contribuito gratuitamente alla riuscita: il pittore Vladi Maggioni; la Pro Loco di Oggiono; le costumiste, Lella, Adele e Antonia; le damigelle del corteo nuziale; la banda Marco d’Oggiono e il presidente Giudici Giuseppe;  i fioristi, Carmen e Ruggero; il bar MoonShine; il negozio Lady and baby; i ragazzi di terza dell’ICS Marco d’Oggiono con la prof.ssa Berté; Dario Riva, Luigi Farina e il Fotoclub Ricerca e Proposta; Chiara Amati, mezzosoprano; l’Ing. Edoardo Marzi, attore; Luca Redaelli, violinista; la prof.ssa Muttoni, organista; Rinaldo Longhi per l’ospitalità: Luigi Longhi per le preziosi informazioni; Stefano Valtorta; Foto Galbusera; il falegname Giuseppe Mariani; il dott. Luigi Crippa; Giovanni Bonfanti; Alberto Colombo; Ilaria Dolfini; Pirovano Luigi; l’associazione
Archeologica; don Maurizio e tutti i cittadini di Oggiono che hanno partecipato e che potranno godere di questa bellezza, ritornata in viva luce grazie alla calda collaborazione di noi tutti.

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