In ricordo di Carla Liliana Martini

A Lilly Martini



Oggiono, 10/05/2017
 Cara Liliana. Come sta?
Sono Giovanni Corti, libraio in Oggiono che si diletta a scrivere romanzi. Le invio il mio ultimo libro “Il re che verrà” che è scaturito quasi automaticamente dopo aver letto “Catena di salvezza”, aver conosciuto la vicenda degli espatri clandestini da Padova verso la Svizzera durante l’ultimo conflitto mondiale e soprattutto per averla conosciuta personalmente durante la nostra visita a Zanè con i ragazzi delle scuole medie e qui a Oggiono, per il ritiro del premio “Marco D’Oggiono”.

Il personaggio di Luisa del libro si ispira alla sua figura anche se tutta la vicenda è romanzata e frutto di fantasia. Io non sono uno storico e non voglio arrogarmi competenze che non  mi competono. Semplicemente, nei miei libri racconto storie che spesso si intrecciano con la Storia vera, ma rimangono romanzi. Come dice il grande scrittore Andrea Camilleri, gli storici dicono la verità, supportati dai documenti, ma quando i documenti finiscono o non si trovano più, questa verità rimane “mozza”. In questo caso, il romanziere può costruire, con la sua fantasia un finale che non è la verità, ma può essere veritiero. E spesso ci azzecca.

Le auguro buona lettura e buona vita.

Un abbraccio forte forte.

Così scrivevo a Liliana per informarla della pubblicazione del mio ultimo libro nel quale raccontavo quell’attimo di vita che la vide protagonista a 17 anni, a Padova, con tutta la famiglia, dopo l’8 settembre 1943, nell’assistenza e nel salvataggio di tanti prigionieri anglo-americani ed ebrei. La via di fuga verso la Svizzera passava da Oggiono, il mezzo un treno. Poi l’affidamento ai partigiani, utilizzando i sentieri del contrabbando.
Nel marzo del 1944 con la sorella Teresa fu arrestata e condotta nel lager di Mauthausen. Sopravvisse.
Mi aveva chiamato: «L’ho letto in tre giorni. Mi ha emozionata.»
Io mi sono schernito dicendo che molte cose le avevo inventate. «Però c’è tanta verità» aveva aggiunto lei.
Ci siamo dati l’appuntamento per il 4 di novembre, per la presentazione del libro a Zanè, a casa sua. Non abbiamo fatto in tempo. Liliana ci ha lasciati qualche giorno fa, il 25 di settembre. Adesso riposerà per sempre con i “giusti”.
«Oggi, a distanza di tempo, mi rendo conto che quanto è accaduto in modo così osceno, inumano, spesso indicibile, ha un senso: quello della memoria per il futuro, ricordare per i posteri, fiduciosi che la memoria possa fungere da limite, affinché quanto avvenuto con vergogna dell’umanità tutta non abbia a ripetersi». Carla Liliana Martini

Carla Liliana Martini, nata a Boara Polesine (Rovingo) nel 1926, undicesima di dodici fratelli, dopo l'8 settembre '43 si impegna con le sorelle maggiori Teresa Lidia e Renata nell'assistenza e salvataggio di soldati italiani e alleati allo sbando. Nel marzo del 1944 con la sorella teresa viene arrestata e condotta nel lager di Mauthausen, Linz, grein a.d. Donau. Entrambe ritornano a Padova nel giugno del 1945. Solo dopo molti anni Carla Liliana è riuscita a parlare di questi eventi e per la prima volta li ha raccontati nel libro "Catena di salvezza" ed. Messaggero Padova. Viveva a Zanè (Vicenza)

Nessun commento: